I tifosi sono divisi ma la stima resta
Dopo l’addio a Zeman un commento comune: sarà difficile per il presidente Tommaso Giulini rimediare in corsa
CAGLIARI. Internauti, calciofili incalliti o semplici tifosi. A distanza di poche ore dal comunicato ufficiale di casa Cagliari sull’esonero di Zeman, prevale l’amarezza per la separazione con il tecnico boemo.
“Sono profondamente dispiaciuto – dice Giorgio Masoni dalla sua bacheca di Facebook – il mister boemo non meritava questo. Si è parlato tanto di progetto, bisognava crederci fino alla fine”.
“Giulini ha dimostrato di non avere fermezza – aggiunge Alberto Bolognesi, insegnante di educazione fisica - prendere il boemo significava avere punti fermi, non farsela sotto alle prime difficoltà e saper attendere. Il Cagliari avrebbe invece dovuto mettere fuori rosa i giocatori che remavano contro e su una base tecnica certamente da migliorare, costruire col tempo una squadra vincente. Il tutto solo con un vero maestro qual è Zeman”.
La panchina ancora vacante e una rosa costruita ad hoc dal precedente allenatore insinua nei tifosi ben altre preoccupazioni.
“Tre quarti di squadra sono adatti solo al gioco di Zeman e oggettivamente impropri per qualsiasi altro allenatore – commenta Walter Mareddu, geometra - mi chiedo chi si prenderà ora la briga di stravolgere, in appena mezza stagione, questa squadra”.
Da gran parte dei commentatori, con Zdenek Zeman in sella, c’era pero il piacere, e insieme la garanzia, di assistere a una vera partita di pallone.
“Avrei preferito retrocedere ma inseguire il bel gioco – dice Angelo Bianchi, ex allenatore di basket - mai come quest'anno mi sono divertito. Ma evidentemente non sono un tifoso, solo uno sportivo”.
E ancora: “io con il Cagliari ho chiuso qua, non ho più voglia di esultare per un pareggio in trasferta con la piramide umana davanti alla porta” – dice Alessandro Sechi, barman di un noto locale di Castello.
Insomma, per gran parte dei tifosi era un affetto sincero, a tratti quasi smisurato, qualcosa di ben diverso rispetto a quanto accaduto coi traghettatori del Cagliari negli ultimi dieci anni.
Eppure, in rete c’è anche chi festeggia a gran voce per lo scampato pericolo.
“Mi chiedo come si fa a difendere Zeman – dice Marco Piras, commesso di un negozio di giocattoli indaffarato nell’ultima corsa agli acquisti – la squadra è stata interamente costruita su sue indicazioni. La serie A di calcio è un patrimonio dell’intera Sardegna e non si può affidare a un tecnico che insegna bene il calcio senza dare però la giusta importanza al risultato della domenica. Mi spiace dirlo ma a questi livelli ci si deve affidare a valutazioni più attente e ponderate. Il presidente Giulini ha fatto bene a giocare d’anticipo, adesso punterà su un tecnico di grande esperienza e la squadra ritrovare in fretta coscienza sui propri mezzi”.
Infine una particolarità: in rete è viva la stima per l’allenatore nato a Praga anche da parte dei cronisti. Un po’ tutti hanno infatti potuto apprezzare in questi cinque mesi le doti umane, l’inconsueta disponibilità e la sottile ironia di un grande uomo di sport.