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Conte cerca il lato positivo: «Sconfitte così aiutano i nostri giovani a crescere»

di Rocco Coletti
Conte cerca il lato positivo: «Sconfitte così aiutano i nostri giovani a crescere»

Il ct e il ranking Uefa: «Non lo so, chiedete a chi c’era prima di me» L’attaccante Gabbiadini: «Buon finale ma abbiamo reagito troppo tardi»

17 giugno 2015
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Fatica Antonio Conte a mascherare la delusione per la prima sconfitta della sua gestione in Nazionale. «Queste partite sono importanti», ha detto il ct azzurro nel dopo partita di Ginevra, «aiutano a crescere e a capire tante cose».

Un passo indietro rispetto al pareggio (1-1) di Spalato di venerdì scorso contro la Croazia. «Non lo so, però partite come queste aiutano a fare esperienza ai nostri ragazzi che hanno poche gare nelle gambe in campo internazionale. Dobbiamo crescere, certe sconfitte a volte possono risultare salutari. Bisogna essere più cattivi e cinici». Un ko che non ci voleva, soprattutto per il ranking Uefa in vista del sorteggio dei gironi di qualificazione ai Mondiali. «Ma io non lo so come funzionano queste cose, mi sembra strano che l’Italia sia dietro a certe squadre... E comunque bisogna chiedere a chi c’era prima di me».

Un anno sulla panchina dell’Italia invita Conte a fare una riflessione prima di andare in vacanza. «Sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla mia metamorfosi da allenatore a commissario tecnico, una trasformazione che ha stravolto i miei ritmi», ha detto il tecnico nell’intervista a Raisport per l’esclusiva Figc-tv pubblica. «Certo», ha aggiunto Antonio Conte, «ho avuto bisogno di un po’ di tempo, oggi ho capito e sono sereno. Per temperamento sono sempre portato a esternare e a essere trasparente: certe volte forse ho ecceduto e questo un po’ mi ha amareggiato, perché alcune mie esternazioni hanno creato malintesi».

Ma ora che ha imparato a “metabolizzare”, Conte assicura di essere più sereno. Dal bilancio personale a quello della Nazionale. «A Spalato», ha sottolineato il ct, «qualcuno ha scoperto che questa Nazionale ha un’anima. Ma l’anima l’ha sempre avuta, insieme con la passione e la dedizione alla fatica. Le manca ancora un po’ di qualità e di organizzazione».

Forse le manca anche il gol? «Siamo a una fase di ricambio generazionale», ha spiegato Conte, «prima c’erano tanti attaccanti e tanti campioni in attacco pronti anche a mettersi al servizio della squadra: anch’io quand’ero giocatore azzurro ero felice di correre per loro. Ora siamo in una fase di passaggio».

Rammaricato Manolo Gabbiadini, anche lui vicino al gol del pareggio nel finale. «Abbiamo reagito troppo tardi», ha detto l’attaccante del Napoli, «abbiamo giocato contro una grande squadra (il Portogallo era privo dell’asso del Real Madrid Cristiano Ronaldo e non batteva l’Italia dal 1976, ndr). Il pari ci poteva stare, l’avremmo meritato». Nicola Sansone del Sassuolo ha un’opinione diversa: «Il Portogallo non è superiore all’Italia, dovevamo vincere. Sì, sono contento per il mio esordio, ma non per il risultato».

@roccocoletti1

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