Ebeling: «Sono qui per diventare un giocatore»
Diciotto anni ancora da compiere per il figlio d’arte, legato alla società da un contratto di cinque anni
OLBIA. A gennaio Michele Ebeling compirà 18 anni, ma intanto già vive la sua prima pre season da serie A e pregusta l’esordio nella massima serie di basket. Il tutto con la canotta della Dinamo.
I 205 centimetri di altezza e i 100 chilogrammi di peso non nascondono la sua faccia da ragazzo, ma la parlata è già attenta e matura, figlia d’arte, come lui che ha John Ebeling un padre d’eccezione, giocatore Usa classe 1960 che il ventennio ottanta novanta ha recitato un ruolo da protagonista sui parquet italiani. Nel 1995 John fu vicinissimo a chiudere con la Dinamo del presidente Milia, ma il nulla osta utile alla naturalizzazione non arrivò mai e lui non indossò mai, se non in allenamento, l’allora canotta biancoverde.
«Ho parlato a lungo con mio padre, si era trovato benissimo a Sassari e anche questo ha rafforzato la mia decisione – spiega Michele –. Io, a prescindere, non ho esitato un attimo e quando ho ricevuto la chiamata del Banco già sapevo quale sarebbe stata la scelta». Tutti gli chiedono di papà e delle sue dritte, lui non si sottrae («Mi dicono sia stato un gran professionista, lo prendo come esempio e accetto volentieri i suoi consigli») ma si vede che l’obiettivo è diventare un giocatore a prescindere dal grande genitore: «Mi aspetto di migliorare come persona e come player. Sono venuto qua per lavorare individualmente con Baioni, e ho già iniziato a farlo. Voglio diventare un atleta nuovo e più dinamico».
Dal 7 al 10 settembre Michele Ebeling parteciperà a Helsinki al Basketball without Borders Europe 2016 (categoria under 18), evento che raduna i migliori prospetti d’Europa. Un camp di alto livello che per il giovane centro ferrarese è «evento che permette il confronto con atleti di grande valore, spesso molto più forte di te. Uno stimolo a lavorare di più, per cercare sempre di arrivare a giocartela alla pari – prosegue Ebeling –. Lo stesso discorso vale per la Dinamo: il confronto interno al nostro roster sarà positivo per la mia formazione, sperando naturalmente di poter dare una mano all’occorrenza». A Sassari per cinque anni: «Bel trampolino di lancio, un’ottima società, che è cresciuta piano piano e che ogni anno mette in campo interessanti novità facendosi notare per quanto fatto e per i traguardi raggiunti». (g.d.)