Rossi e l’ex pupillo Romano Fenati un idillio finito nel modo peggiore
Romano Fenati se lo ricorderà per sempre il mese di agosto che sta per concludersi. Innanzitutto per il terremoto che ha colpito l’Italia centrale. Il pilota, alle 3.36 di quel tragico mercoledì 24,...
Romano Fenati se lo ricorderà per sempre il mese di agosto che sta per concludersi. Innanzitutto per il terremoto che ha colpito l’Italia centrale. Il pilota, alle 3.36 di quel tragico mercoledì 24, era nella sua Ascoli. Prima che facesse giorno era già ad Amatrice, uno dei centri maggiormente colpiti dal sisma, per unirsi ai primi soccorritori: nel suo furgone aveva gli attrezzi utili a scavare prelevati nella ferramenta di famiglia.
La notizia del suo impegno concreto ha ben presto iniziato a circolare e per più di una persona è stata il pretesto per attaccarlo sui social network con l’accusa di essersi voluto fare pubblicità. «State sparando sulla morte di decine di persone, donne e bambini. Sono andato a aiutare nel mio immenso piccolo e rompete i co…? Ma voi che ca… avete fatto? Avete solo digitato su queste ca…di tastiera», ha reagito il ragazzo. Come dargli torto?
Undici giorni prima la vita del Cinghialino era cambiata radicalmente, con la traumatica chiusura del rapporto con il Team Sky-Vr46, che al sabato lo ha sospeso, impedendogli di partecipare al Gp d’Austria delle Moto3, e il giovedì successivo gli ha dato il benservito, buttandolo fuori dalla squadra, benché già nel settembre del 2015 fosse stato annunciato che a Fenati sarebbe stata affidata la moto da utilizzare nel campionato delle Moto2 nel 2017. Per giungere a un epilogo del genere, a sentire Valentino Rossi ne devono essere successe di tutti i colori. «È una sconfitta. Volevamo scommettere su Romano anche in futuro, volevamo che tirasse fuori il suo grande talento e farlo diventare così un pilota professionista, purtroppo non ce l’abbiamo fatta. Fenati a volte dà in escandescenze: questo comportamento si è ripetuto ogni tre o quattro Gp e ogni volta è come tornare indietro. Non cambia niente», ha raccontato il pluricampione del mondo nonché, nella circostanza, datore di lavoro del più giovane collega.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe stato un pass tirato in faccia ad Alessio Uccio Salucci, amico del cuore di Valentino e capo del team. Circostanza smentita però da Fenati, che ha rincarato la dose, parlando anche di promesse non mantenute dalla scuderia.
Al di là di tutto è stato il modo peggiore per concludere un’avventura che si era aperta con grandissime speranze, con tre successi nei primi sei Gp del 2014 (Argentina, Spagna e Italia, al Mugello) e la sensazione che Romano avrebbe potuto conquistare il titolo. Un solo primo posto nelle successive dodici prove e le turbolenze in squadra, con tanto di separazione dal team manager Vittoriano Guareschi (che voleva passare dalla Ktm alla Honda, ndr), hanno però fatto la differenza in negativo: Fenati ha chiuso quinto, primo degli italiani ma a ben 102 lunghezze da Alex Marquez. A novembre, poi, si è fratturato la clavicola, mentre faceva motard. E ciò l’ha condizionato all’inizio del campionato successivo, affrontato con un nuovo team manager (Pablo Nieto, figlio del leggendario Angel) e un nuovo compagno di squadra (Andrea Migno al posto di Francesco Pecco Bagnaia). Un solo successo (in Francia), quarto posto in classifica generale e due grandi novità, insieme con la conferma in squadra per l’anno successivo: la carota della già sicura promozione in Moto 2 per il 2017 e il bastone dell’inserimento nel team del talentuoso Nicolò Bulega, uno che per gli addetti ai lavori è un predestinato e per il quale Valentino Rossi stravede.
Il primo avversario, negli sport motoristici, è quasi sempre il compagno di squadra. Mentre il mansueto Migno se ne stava sulle sue Fenati e Bulega hanno impiegato poche ore per confermarlo. Nel primo appuntamento in Qatar i due hanno lottato fino all’ultimo per le posizioni di vertice. E fin lì tutto normale. Meno quanto successo a fine gara, con un botta e risposta che ha ricordato i tempi in cui Max Biaggi e Valentino Rossi si stuzzicavano un giorno sì e l’altro pure. «C’è invidia tra compagni di squadra. L’ho aiutato e ora non mi aspettavo mi ostacolasse. La prossima volta sarà solo», ha tuonato Romano, stizzito per il quinto posto in un Gran premio vinto in volata da Niccolò Antonelli. «Non so perché sia arrabbiato, forse gli tira il cu… perché ho quasi fatto meglio di lui», la risposta di Bulegas, per nulla intimorito, nonostante i 16 anni. Se il buon giorno si vede dal mattino era quindi fin da subito chiaro che per Fenati sarebbe stata una stagione complessa. Ma che si fermasse a metà proprio no.
Estromesso Romano, il Team Sky-Vr46 ha fatto le sue mosse, ingaggiando al suo posto Lorenzo Dalla Porta, che concluderà così il campionato del mondo delle Moto3, e concedendo a Bagnaia – che sta andando alla grande con la Mahindra del Team Aspar – l’opportunità di partecipare al Mondiale delle Moto2 del 2017.
A Fenati ora non resta che fare la scelta più giusta. Ha un grandissimo talento e solo vent’anni. Le proposte non gli mancano e potrebbe decidere di restare in Moto3: il Team Ongetta Rivacold lo sta corteggiando.
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