La Nuova Sardegna

Sport

Vojvoda e Barnies da tenere d’occhio

di Antonello Palmas

Avversari da non sottovalutare: a gennaio Sassari gettò al vento l’Eurocup

26 ottobre 2016
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SZOLNOK. La Dinamo torna sul luogo del delitto, quello dell’eliminazione dalla Last 32 della scorsa Eurocup. E ha l’occasione di cancellare un brutto ricordo, facendo tesoro di quell’esperienza. proprio sul parquet della Tiszaligeti Sports Hall di Szolnok, lo scorso 5 gennaio, incassò una sconfitta evitabile con gli ungheresi dell’Olaj che alla resa dei conti si rivelò essere il tassello mancante della qualificazione dei sassaresi, “gabbati” invece dalla differenza canestri col Saragozza con la sconfitta finale coi futuri campioni del Galatasaray a Istanbul. Nel match di ritorno a Sassari i fatti dimostrarono che quello scivolone ebbe effetti purtroppo pesanti.

Rispetto ad allora lo Szolnoki, che nel frattempo ha vinto il suo 7° titolo nazionale, è cambiato parecchio, proprio come i sassaresi, avendo tenuto solo tre elementi: David Vojvoda, swingman del clan magiaro, miglior tiratore e assistman che fece molto male ai sardi specie all’andata con le sue invenzioni dal perimetro), il play Krisztian Wittmann e Milos Borisov (ala piccola montenegrina, buon rimbalzista). Inseriti nel roster il centro canadese Ryan Wright, nello starting five anche il guardia-ala Usa Troy Barnies (proveniente dall’altra compagine ungherese dell’Atomeromu, tra i migliori nelle ultime uscite).

Gli altri sono Aleksa Popovic (ala piccola montenegrina, che si alterna con Borisov nello starting five), e poi Janos Eilingsfeld, Marton Hajdu e Adam Toth, Gabor Rudner. Nuovo anche l’allenatore, il croato Stojan Ivkovic, che sostituisce Peter Por (ora suo vice con Andrius Jurkunas).

Nella prima sfida gli ungheresi hanno fatto crack in Grecia contro l'Aek Atene (92-49): i blocchi difensivi sono stati la chiave per il debordante successo ellenico. In campionato invece l’Olaj ha vinto sinora tutte e tre le gare disputate. Nel raggruppamento di Champions la squadra di Szolnok, cittadina a un centinaio di chilometri a sud est di Budapest, uno dei club più antichi dell’Ungheria, sembrerebbe quella con le minori chance di qualificarsi. Ma Sassari ha già provato sulla propria pelle cosa significa snobbare l’entusiasmo e il fattore campo.

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