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Altre dodici medaglie russe a rischio

Accertamenti sui campioni di Sochi: manipolate le provette?

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ROMA. Una nuova bufera doping si è abbattuta sulla Russia. Questa volta si parla di manipolazione di uno o più campioni di urine dei test effettuati a Sochi. Il Comitato olimpico internazionale a seguito del rapporto McLaren ha fatto scattare la procedura disciplinare nei confronti di 28 atleti russi che presero parte nel febbraio 2014 ai Giochi invernali sulle montagne del Caucaso. Ben dodici sono le medaglie della Russia considerate «dubbie» perchè conquistate sotto gli effetti del doping: cinque d’oro, sei d’argento e una di bronzo. Se il Cio definirà il caso infliggendo una squalifica o un provvedimento sospensivo agli atleti russi (attualmente si è ancora lontani) e soprattutto rifarà le classifiche dei Giochi di Sochi, due atleti italiani potrebbero beneficiarne. Si tratta di Karin Oberhofer nel biathlon, dove da quarta diventerebbe terza, e di Carolina Kostner che dal terzo posto passerebbe al secondo posto. Nel primo caso l’atleta sotto la lente di ingrandimento è Olga Vilukhina, argento nella sprint. La biatleta russa durante il periodo dei Giochi era stata sottoposta a quattro controlli antidoping completi cioè sangue ed urine. La provette del 31 gennaio 2014 e del 16 febbraio sarebbero state manomesse. Nel secondo, quello del pattinaggio di figura, la campionessa olimpica Adelina Sotnikova sarebbe fortemente sospettata. Già in quei giorni il suo oro venne fortemente messo in discussione dalla Corea del Sud che parlò di scandalo nell’assegnazione del punteggio. «Relegata» al secondo posto fu la fuoriclasse sudcoreana Yu-Na Kim.

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