Agovino si presenta: «La Nuorese merita un posto tra le big»
Primo allenamento per il nuovo mister dei verdeazzurri «Voglio una squadra che abbia orgoglio ma anche giudizio»
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NUORO. Da ieri nella Nuorese è scattato il tempo di Massimo Agovino. L’allenatore, con origini napoletane, è stato chiamato dal presidente Michele Artedino per sostituire il nuorese Gianluca Peddio, esonerato dopo quattro giornate e un cammino non in linea con le attese del club. Appena giunto in città il nuovo mister ha diretto il suo primo allenamento al campo Coni e spiegato la filosofia calcistica che proverà a inculcare nella testa dei suoi ragazzi: «Credo molto nel lavoro settimanale e nell’organizzazione di gioco. Voglio una squadra con gli occhi della tigre, ma che allo stesso tempo ragioni».
Concetti da assimilare in maniera veloce perché tra tre giorni e già campionato e al “Frogheri” arriva la capolista Sff Atletico di Fiumicino. Agovino racconta le prime sensazioni: «Appena siglato l’accordo, ho dato uno sguardo al calendario. Avrei, certo, preferito un avvio più morbido. Ma potrebbe esserci anche il rovescio della medaglia, perché un risultato positivo contro una squadra di vertice ci aiuterebbe a riconquistare la fiducia». Il primo obiettivo è quello di scalare la graduatoria e ridurre il distacco dalle battistrada. A quel punto scatterà il piano “B”, con la campagna di rafforzamento invernale.
In proposito c’è la garanzia di Artedino: «Se si realizzano queste condizioni, la società non si tirerà indietro per aggiungere eventuali tasselli all’organico. La squadra è stata costruita ai primi di agosto ed è possibile che la fretta abbia causato qualche errore negli acquisti».
Tra i motivi di rammarico del presidente il fatto che non abbia avuto successo la scommessa fatta su Gianluca Peddio. L’esonero per Artedino non è una sconfitta del mister locale: «La sua scelta voleva anche realizzare il progetto di una formazione fatta da nuoresi o, comunque, da tanti elementi locali. Quando però i risultati non arrivano, è necessario intervenire per dare nuovi stimoli». La tradizione però non sembra, nel caso-Nuorese, mettere al riparo i giocatori. Il patron verdazzurro, da sei anni alla guida del club, ha giustificato il cambio in panchina anche con la necessità di riordinare uno spogliatoio definito «birichino». E pure un po’ nervoso, se si pensa a qualche battibecco tra gli atleti emerso, di recente, durante gli allenamenti.
Un compito in più per Agovino, che non rinuncia tuttavia a dare fiducia ai ragazzi: «Nelle due ore di allenamento non devono lesinare energie. Fuori dal campo credo sapranno gestirsi, considerato che si tratta di professionisti». Riguardo a moduli e tattica, il mister rinvia i pronunciamenti definitivi in attesa di conoscere meglio la rosa: «Il compito di un tecnico è quello di porsi in testa a una piramide per aiutare la squadra a realizzare il miglior risultato. Ho spesso impostato le formazioni con la difesa a quattro, un centrocampo robusto e una punta per finalizzare la manovra. In certe partite è facile che possa decidere per i due attaccanti, con un centrocampista in meno e comunque la retroguardia sarà sempre coperta». Il calcio di Massimo Agovino sembra propendere per la presenza a metà campo di un metodista, che detti i tempi della manovra. Ma ipotizzare ruoli, per il momento, è a dir poco prematuro.
Francesco Pirisi
Concetti da assimilare in maniera veloce perché tra tre giorni e già campionato e al “Frogheri” arriva la capolista Sff Atletico di Fiumicino. Agovino racconta le prime sensazioni: «Appena siglato l’accordo, ho dato uno sguardo al calendario. Avrei, certo, preferito un avvio più morbido. Ma potrebbe esserci anche il rovescio della medaglia, perché un risultato positivo contro una squadra di vertice ci aiuterebbe a riconquistare la fiducia». Il primo obiettivo è quello di scalare la graduatoria e ridurre il distacco dalle battistrada. A quel punto scatterà il piano “B”, con la campagna di rafforzamento invernale.
In proposito c’è la garanzia di Artedino: «Se si realizzano queste condizioni, la società non si tirerà indietro per aggiungere eventuali tasselli all’organico. La squadra è stata costruita ai primi di agosto ed è possibile che la fretta abbia causato qualche errore negli acquisti».
Tra i motivi di rammarico del presidente il fatto che non abbia avuto successo la scommessa fatta su Gianluca Peddio. L’esonero per Artedino non è una sconfitta del mister locale: «La sua scelta voleva anche realizzare il progetto di una formazione fatta da nuoresi o, comunque, da tanti elementi locali. Quando però i risultati non arrivano, è necessario intervenire per dare nuovi stimoli». La tradizione però non sembra, nel caso-Nuorese, mettere al riparo i giocatori. Il patron verdazzurro, da sei anni alla guida del club, ha giustificato il cambio in panchina anche con la necessità di riordinare uno spogliatoio definito «birichino». E pure un po’ nervoso, se si pensa a qualche battibecco tra gli atleti emerso, di recente, durante gli allenamenti.
Un compito in più per Agovino, che non rinuncia tuttavia a dare fiducia ai ragazzi: «Nelle due ore di allenamento non devono lesinare energie. Fuori dal campo credo sapranno gestirsi, considerato che si tratta di professionisti». Riguardo a moduli e tattica, il mister rinvia i pronunciamenti definitivi in attesa di conoscere meglio la rosa: «Il compito di un tecnico è quello di porsi in testa a una piramide per aiutare la squadra a realizzare il miglior risultato. Ho spesso impostato le formazioni con la difesa a quattro, un centrocampo robusto e una punta per finalizzare la manovra. In certe partite è facile che possa decidere per i due attaccanti, con un centrocampista in meno e comunque la retroguardia sarà sempre coperta». Il calcio di Massimo Agovino sembra propendere per la presenza a metà campo di un metodista, che detti i tempi della manovra. Ma ipotizzare ruoli, per il momento, è a dir poco prematuro.
Francesco Pirisi