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Spissu: «Niente calcoli, bisogna vincere»

di Andrea Sini
Spissu: «Niente calcoli, bisogna vincere»

Alle 21 la Dinamo in campo nel match-spareggio contro Pesaro: «Siamo stanchi ma determinati, vogliamo la Final Four»

14 settembre 2020
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OLBIA. «La qualificazione sarebbe nostra anche con una sconfitta di 15 punti contro Pesaro? Sono calcoli che non possiamo permetterci. Se vogliamo andare alla Final Four dobbiamo pensare soltanto a vincere». Marco Spissu vede all’orizzonte le due torri di Bologna, ma per accedere alla fase finale della Supercoppa la Dinamo dovrà superare un ultimo scoglio: stasera alle 21 i biancoblù se la vedranno con la Carpegna Prosciutto Pesaro nell’ultimo match del gruppo D.

Uno scontro diretto da dentro-fuori (con Brindisi spettatrice interessata) nettamente sbilanciato dalla parte dei sassaresi, che possono permettersi il lusso di perdere. Ma il play biancoblù, grandissimo protagonista di questa prima fase, non è di questa idea. «Dico che non è una partita da sottovalutare – spiega Spissu –, ma non solo per il risultato, anche in ottica futura: questa per noi rappresenta una prova importante a livello mentale. Dobbiamo affrontarla nella maniera giusta. La nostra mentalità deve essere sempre orientata verso la vittoria e dunque anche stavolta sarà così».

In queste due settimane di sfide ravvicinate la Dinamo non si è allenata praticamente mai, ma i tanti impegni in campo sono comunque utili a migliorare. «Non abbiamo fatto neanche un allenamento al completo, siamo sempre stati più o meno in emergenza e questo pesa. Tutti quelli che erano disponibili sono stati spremuti, ma bisogna sempre cercare di prendere la parte positiva delle cose, e pensare che alcuni hanno avuto minutaggi alti e questo magari in campionato non accadrà».

Il meglio e il peggio visto sinora? «C’è da migliorare, a metà settembre non potrebbe essere altrimenti. Per esempio la “nostra” difesa, che è stata il marchio di fabbrica negli ultimi due anni, ancora non c’è. Ma alcune cose le abbiamo già fatte vedere: per esempio che siamo un gruppo che non molla mai e ci da dentro sino alla fine: penso soprattutto alla prima partita con Brindisi, quando sotto di 10 e con problemi di ogni genere c’erano tutte le condizioni per mollare. Invece abbiamo dimostrato di avere già un’anima e un’identità. Ed è quello che mi è piaciuto di più».

E le chiavi della squadra sono in mano a uno Spissu sempre più leader, che sa quando dettare il ritmo per gli altri e quando prendersi le responsabilità. «Gente timida in squadra non ce n’è, tutti i nuovi mi hanno stupito per carattere e personalità. La gestione del ritmo è qualcosa sulla quale ho sempre cercato di lavorare, ma è qualcosa che coltivi anche sulla base della fiducia. E con Poz è facile, perché mi da una fiducia incredibile».

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