La Nuova Sardegna

Oristano Sarà anche basket sotto l’ombrellone, ma vincere fa sempre piacere e la Dinamo ieri ha sicuramente sofferto del fatto di non essere riuscita a far suo il “Città di Oristano”, frenata da una condizione precaria dopo sole due settimane di preparazione e da un Hapoel Tel Aviv pieno di talento che porta a casa la coppa “Città di Eleonora” (89-92 al PalaRodia in un finale incertissimo). Entrambe venivano da semifinali tiratissime, ma gli israeliani sono apparsi più avanti nella condizione e ne hanno approfittato. Sassari ancora senza Robinson e Jones, oltre a Treier, ma tre assenze anche nell’Hapoel pareggiano i conti. Bendzius e Onuaku propiziano il 7-2., poi l’Hapoel entra in partita e non ne esce più facendo valere imprevedibilità e atletismo.

Dopo il 12-7 di Gentile e Chessa è punto a punto, con la sfida soprattutto dal perimetro tra Ariel e Bendzius (rispettivamente 16 e 13 punti al 10’) che vale il 22-22 del primo parziale. Ma Onuaku e soprattutto Dowe (surplus di minutaggio in semifinale) devono gestire le energie e nel secondo quarto l’Hapoel riesce a ritagliarsi progressivamente un vantaggio su una Dinamo evidentemente con le gambe pesanti: 36- 46. Devecchi in prima linea per ricucire (41-46), ma si riposa sul 43-52.

Terzo quarto sullo stesso trend nonostante la buona volontà, Tel Aviv vola sul +14 (45-59), ma Sassari, che sembra bell’e cotta, tira fuori l’orgoglio e addirittura impatta (64-64, 69-72 al 30’). Nell’ultima frazione il Banco non molla e pareggia nuovamente (83-83 a 3’33”) mettendo in mostra carattere e spirito di squadra. Guerra di triple e di falli, la vince l’Hapoel solo nei secondi finali. La squadra di Bucchi però in questa due giorni ha avuto ottimi feedback e aspetta di prendersi le soddisfazioni che contano.