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Scariolo: «Brava Dinamo quanta fatica per batterti»

di Antonello Palmas
Scariolo: «Brava Dinamo quanta fatica per batterti»

Il coach della Virtus: «Gara dall’altissimo coefficiente di difficoltà»

31 ottobre 2022
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Sassari Poco tempo per riflettere sulla sconfitta interna con la Virtus Bologna, perché domani la Dinamo è di nuovo in campo, questa volta in Champions League in casa del Digione, dove i biancoblù si giocano tante delle chance di evitare l’ultima posizione e approdare almeno ai play-in del girone. Ma per qualche ora ancora tiene banco quanto accaduto sabato, quando i sassaresi hanno dominato per un intero tempo le V nere, per poi pagare (oltre all’atteggiamento più aggressivo in difesa dei bolognesi) soprattutto le rotazioni non all’altezza di quelle avversarie, la condizione di qualche uomo importante (Robinson) e una situazione falli che ha limitato in particolare un Jones in crescita e ormai irrinunciabile. Senza dimenticare chi i Giganti avevano di fronte.

Sergio Scariolo, uno che dopo aver festeggiato la vittoria di Eurobasket alla guida della Spagna ora viaggia a vele spiegate in campionato con la sua Virtus e giovedì si è permesso il lusso di vincere in casa del Real Madrid in Euroleague, ha speso parole di ammirazione per la Dinamo, con diversi spunti interessanti sulle modalita della sconfitta sassarese: «Partita sicuramente emozionante – dice – magari non con una grandissima qualità, ma sono molto contento della vittoria e della risposta della squadra, perché si trattava di un impegno dall’altissimo coefficiente di difficoltà per noi, sia per il tipo di avversario che abbiamo affrontato che per il fattore campo, oltre che per gli impegni europei di 40 ore prima. Ci abbiamo messo un po’ per capire che con questa Sassari dovevamo impegnarci davvero al massimo, ce lo siamo detti nell’intervallo». E spiega che i suoi hanno «fatto un po’ fatica sotto canestro, un po’ più con Diop che con Onuaku, però siamo riusciti a tenere bene sul perimetro limitando i loro esterni e tenendo a 70 punti una squadra che in casa ne fa facilmente 90».

A proposito, la questione del cambio Diop-Onuaku in un momento cruciale in cui il primo sembrava “on fire” e in grado di trascinare i suoi al recupero ha diviso gli spettatori. Piero Bucchi dà una spiegazione tecnica della sua scelta: «Alla fine, ho scelto Onuaku perché avevamo bisogno di avere post basso in un momento in cui ci stritolavano sul perimetro a livello di aggressività difensiva. Se rifarei quella scelta? Certo, Ousmane è stato bravissimo, ma sui pick&roll non avevamo avuto granché da entrambi, avevo necessità di cambiare perché fossimo più vari. E non dimentichiamo i grandi meriti dell’avversario».

Scariolo ha messo il dito nella piaga degli esterni: in particolare è emersa la difficoltà di trovare un’alternativa a Bendzius, costretto a fare gli straordinari (36 minuti) in assenza di Treier: «L’alternativa poteva essere Jones, che però ha fatto 4 falli – spiega Bucchi – chiaro che Gandini ha i suoi anni. Avrei potuto chiedere a Gerosa (scherza) ... Non è stato quello a fare la vera differenza, certo ci manca qualcosa senza Treier, ma si poteva fare ben poco. Peccato perché i ragazzi meritavano, ma dobbiamo guardare a tutte le cose positive del match, ne abbiamo fatte parecchie, ci manca uno step in avanti, da guadagnare con il lavoro, con la concentrazione, con la dedizione».

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