Andrea Mezzanotte: «Alla Dinamo porto la mia positività»
L’ala forte è per ora l’unico acquisto ufficiale. «Convinto dall’entusiasmo di coach Bulleri, ho deciso in meno di mezza giornata»
Sassari A fine giugno è l’unico acquisto, almeno tra quelli ufficializzati, della Dinamo versione 2025-26. Andrea Mezzanotte, ala forte proveniente da due stagioni a Treviso, non vede l’ora di cominciare la sua nuova avventura cestistica, anche se in una squadra che è ancora tutta da costruire.
Cosa l’ha spinta ad accettare Sassari? «Mi ero detto: mi prendo la mia settimana di vacanze. Ne faccio una all'anno e non pensavo a niente. Invece ho ricevuto la chiamata del mio agente: guarda che ti ha cercato Sassari. Volevo fare giusto due chiacchiere per capire, mi ha chiamato Massimo Bulleri, il coach, in persona: ho visto che era molto entusiasta, cercava una persona nel mio ruolo, ha speso bellissime parole nei miei confronti e, quando sei ben accetto dall'allenatore si parte già in maniera positiva. La Dinamo è una grandissima società, bellissima piazza, si punta a fare bene: non potevo non accettare. L’ho fatto nel giro di neanche metà giornata. Mi sono detto: non posso lasciarmi scappare l’occasione».
In passato c'era già stato qualche contatto? «Se non sbaglio, prima di andare Trento, quindi nel 2018, c'era stata una proposta per uno-due anni, ma avevo bisogno di più tempo e così non è andata a buon fine. A Trento sono stato 4 stagioni, lì ho capito tante cose, che a quel livello ci potevo stare, ma avevo comunque bisogno di lavorare e mettermi in mostra. Nell’ultimo anno con l’Aquila venivo da un infortunio e ho fatto un po’ fatica, avevo bisogno di nuovi stimoli e sono andato a Brindisi. Ho giocato di più, ho fatto una buona annata e mi è servita tanto per programmare il da farsi. Quindi Treviso».
A 27 anni è nel pieno della maturità sportiva. «Ritengo che ci sia sempre tempo per migliorare, quindi tuttora faccio individuale, a 27 anni c'è ancora margine di crescita. Ho parlato con tutto lo staff e ho i miei esercizi da fare per allenarmi già da ora. Si prova sempre a fare di meglio».
Cosa si aspetta la Dinamo da lei? Per quali caratteristiche è stato hanno preso? «Tendenzialmente perché sono un giocatore che sa aprire il campo. Con Thomas nel ruolo di “4” lui fa una cosa e io faccio l'altra, perché siamo due giocatori abbastanza opposti. Conosco il campionato da tanti anni, quindi un po' di solidità ed esperienza sono cose che servono. E poi penso di poter portare entusiasmo, perché se si vive la quotidianità con positività si riescono a fare grandi cose. È quello che cercava la società. Mi reputo una persona abbastanza solare, quindi vengo per riportare la positività a Sassari».
È stato presentato come uno che fa spogliatoio. «Saremo tutti ragazzi che vengono da fuori, non so se ci sarà qualche sardo. Magari ci potrà essere chi ha la ragazza, chi invece è tutto solo, e un conto è vivere in dodici anche fuori dal campo, un conto è vivere ognuno per i fatti suoi. Se si riesce a creare una chimica anche fuori, specie se capitano momenti di difficoltà, sei sicuramente più avvantaggiato».
Le avranno detto che Dinamo hanno intenzione di creare? «La squadra è ancora tutta da fare, per ora oltre a me ci sono solo Thomas e Vincini. So che il nostro obiettivo è riportare Sassari il più in alto possibile, dove merita di stare, e far ritornare la gente al palazzetto».
Lei ha giocato spesso contro la Dinamo e ha destato ottime impressioni specie nel tiro da tre. «A Sassari ho giocato almeno sette volte, lo scorso anno ho fatto una buona partita con la maglia di Treviso. L’impressione che ne ho ricavato è che il palazzetto c'è, è bello caldo e ha un pubblico appassionato. Preferisco questo tipo di clima che si trova soprattutto al Sud, ad esempio l’ho trovato a Brindisi, sei molto più coccolato specie se vinci».
La Dinamo viene da due annate deludenti, che ambizioni ci sono? «Capita sempre che ci siano delle annate un po' meno facili, mettiamola così. Speriamo di arrivare il più in alto possibile, tra le prime otto, e anche se metto sempre la squadra prima di me, spero di fare bene anche io. Quella la nostra voglia, almeno la mia».
È sposato, fidanzato? «Sono fidanzato. E porterò in terra sarda la mia ragazza. Io sono un po’ più abituato ai cambiamento, ma penso che sarà un'esperienza nuova per entrambi. Io sono un po' più abituato, lei un po' meno. In due sarà tutto più semplice».
È nato vicino a Bergamo, si dice che tifi Atalanta. «Sì, assolutamente. Mi piace il calcio in generale, è la squadra che seguo da piccolino, quella del cuore. Quando riesco a incastrare vado allo stadio. Ho visto che Cagliari è a un paio d’ore, chissà... Se non giocassi avrei fatto l'abbonamento, sicuro al 100 %».
Sa che il nome dell'Atalanta è diventato un incubo per i tifosi della Torres? L’U23 l’ha battuta 7-1 nei playoff. «Non lo sapevo. Di questo mi dispiace. Allora non lo dirò in giro».