Mauro Sartori: «Troppa discontinuità nella Dinamo, pensiamo a una mossa di mercato»
Il diesse dopo la sconfitta a Napoli che conferma i limiti della squadra. «Non ci aspettavamo di avere 4 punti dopo 9 turni, possibili novità a breve»
Sassari Vincere a Napoli avrebbe fatto tutta la differenza del mondo per la Dinamo: i biancoblù avrebbero raggiunto gli stessi partenopei e Cantù balzando addirittura al nono posto. Invece il -11 maturato sotto il Vesuvio (con tutte le recriminazioni del caso per la differenza canestri) relega i sassaresi in penultima posizione, anche Udine si è sbloccata.
«Certo vincere sarebbe stato un plus non da poco – commenta un preoccupato diesse Mauro Sartori – ne abbiamo parlato con i ragazzi e abbiamo cercato di far passare il messaggio per quello che può valere. Fortunatamente la classifica è abbastanza corta, ci sono altre tre a pari punti, ma sicuramente non era nelle nostre previsioni avere solo 4 punti in questo momento. Non siamo riusciti a sfruttare quel paio di occasioni iniziali con Varese in casa, a Cremona, a capitalizzare un +15 con Milano che sarebbe stato una ciliegina non da poco, adesso paghiamo le conseguenze». Il guaio è che le avversarie meno pericolose sulla carta (compresa la Milano di questo periodo) sono state affrontate, ora arrivano Trieste, Tortona e Trapani.
Della gara con Napoli si può salvare la voglia di non mollare mai, ma la discontinuità nelle prestazioni (al netto dei problemi fisici di Marshall, Johnson e Thomas) e il fatto che non si giochi mai tutti insieme su livelli buoni sta diventando una pericolosa costante. Siete preoccupati? «Vero – risponde Sartori – non siamo mai riusciti a fare una prestazione corale, nella sua interezza, a parte una volta. Questo è un peccato perché per quanto noi tutti nel club siamo consci dei limiti strutturali, di talento, di qualsiasi altra cosa della squadra, vediamo anche che qualcosa di buono c'è. Però non basta in questo momento, quindi sì, siamo preoccupati, come lo devono essere altre squadre, ma guardando in casa nostra abbiamo ancora fiducia in tutti questi ragazzi che, dovendo fare i conti anche con le energie perse in Coppa, comunque continuano a provarci».
Coach Veljko Mrsic dà l’impressione di cercare una quadratura che non si riesce a trovare, con un tourbillon di esperimenti. Cosa ha portato? «Esperienza e tranquillità, ma anche un discreto equilibrio tra bastone e carota perché con i giocatori è pacato ma riesce anche a “cazziarli” quando sbagliano e lo fa alla maniera balcanica che mi trova del tutto d'accordo. Loro sembrano digerirlo».
La pausa azzurra potrebbe dare l’opportunità di dargli qualche cambio: ci state pensando? «Il mio occhio è sempre sul mercato, lo era anche prima, ma non dobbiamo fare il passo più lungo della gamba, quindi niente pazzie, dobbiamo rispettare i range economici. Confermo che è un mercato difficile, pazzo, a maggior ragione adesso: quando ci sono delle situazioni di estrema necessità come potrebbe essere la nostra, agenti e giocatori ti prendono per la gola. Dobbiamo essere razionali».
Dove pensate di cambiare? «Guardi, come ha detto lei sulle prestazioni corali, le valutazioni cambiano di continuo: una volta il play, un altro giorno la guardia, il 3, il 4, il 5... Non credo ci siano delle cose eccezionali da fare, vediamo anche cosa offre il mercato, senza farci condizionare dalle piazze in cui ha giocato un atleta, o dal fatto che costa 2000 euro invece che 15.000. Rischi di compiere errori e spendere di più in seguito».
Sartori conclude sottolineando che «dobbiamo capire bene se sia il caso di cambiare adesso e in che maniera. Evitare di fare danni, capire se abbiamo intrapreso una strada positiva che però ancora non si è rivelata del tutto e se un innesto può far bene o se può bloccare una crescita, che in qualche modo secondo me c’è stata. Gli italiani? Hanno richieste esorbitanti».
Avete già dei nomi? «Sì».
Potrebbe esserci qualche notizia a breve? «Possibile».
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