La Nuova Sardegna

L’amore folle e tormentato con Guttuso

L’amore folle e tormentato con Guttuso

Vent’anni di passione travolgente, raccontati nella autobiografia appena arrivata in libreria

30 luglio 2016
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MILANO. Marta Marzotto e Renato Guttuso, passione folle, un amore lungo vent’anni, dove non sono mancati colpi di scena e tradimenti. La loro relazione è stata incandescente. Siciliano ombroso lui, proletaria, anticonformista ma protagonista dell’alta società lei. Si conobbero a Milano nel 1967. L’incontro avvenne l’anno in cui nacque Vittorio, il primo figlio maschio della contessa avuto dal marito Umberto Marzotto. Sia Marta sia Renato erano sposati. Lei ha rivelato che lui le scriveva centinaia di lettere: «Quanto ho pianto quando alcune di queste, dopo la sua morte, furono pubblicate da un settimanale, proposte brutalmente alla curiosità della gente».

Sempre sposata con il conte Umberto e amante di Renato Guttuso, Marta intraprese poi una relazione anche con Lucio Magri, intellettuale e parlamentare comunista. Il pittore era morbosamente geloso di Magri. Racconta lei: «In realtà, la gelosia si rivelò per Renato una straordinaria spinta creativa. Senza quella molla non avrebbe dipinto tanti dei suoi capolavori».

Su quell’amour fou si è favoleggiato e malignato all’infinito. Nel libro “Smeraldi a colazione” (appena pubblicato da Cairo Editore), che la contessa ha scritto con la giornalista Laura Laurenzi, troviamo pennellate inedite. Guttuso – che Sandro Pertini si ostinava a chiamare Gattuso e i maligni del caffè Rosati di Roma «la picassata alla siciliana» per via delle affinità col grande maestro spagnolo – era un mediterraneo nella variante antisolare, tetra. Lavorando fumava a manetta, beveva quanto Jackson Pollock. «Per te potrei anche smettere con l’alcol», mi sussurrava. Gli rispondevo: “Non smetterai mai, perché se sei felice brindi, e se sei infelice ti ubriachi per dimenticare”». Quando non stava lì a cupiodissolversi, lui scriveva. Guttuso la desiderava, la ritraeva. Ma lei assicura: «Non ho mai posato per lui né per nessun altro. Né vestita, né nuda». Renato si vendicava ritraendo il rivale Magri con fattezze da orango e quando scopriva che Marta era stata con lui, reagiva scagliando pesanti bicchieri di whisky contro le tele in lavorazione.

La travolgente e tormentata storia d’amore finì nel 1986. L’anno dopo il pittore morì. (n.t.)

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