La Nuova Sardegna

Le origini genovesi: apre il nuovo museo di Castelsardo

di Roberto Sanna
Le origini genovesi: apre il nuovo museo di Castelsardo

La struttura è stata inaugurata dal ministro Franceschini «Puntare sul turismo culturale è una scelta vincente»

30 settembre 2017
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inviato a Castelsardo. Dall’antico percorso delle sentinelle, sulle mura del castello dei Doria, si va dritti al vecchio monastero benedettino che ha ripreso vita ospitando i primi pannelli coi quali Castelsardo da oggi racconta la sua storia. Inaugurazione certificata dal ministro dei Beni e delle attività culturali Dario Franceschini, che ieri in tarda serata ha tagliato il nastro.

La risposta. Il museo nasce su due direzioni, ha spiegato l’archeologo Franco Campus, uno dei curatori: «La prima è dare un seguito al convegno del 2007. La seconda dare una risposta a tutti quei turisti che visitano il museo dell’intreccio e poi vanno in cattedrale a vedere le opere del Maestro di Castelsardo. Mancava qualcosa, mancava una indicazione della storia della città. Questa struttura, ancora incompleta soprattutto dal punto di vista delle carte perché aspettiamo materiale importante dalla Francia, diventa un’appendice fondamentale agli altri gioielli del centro storico». Un museo «piccolo ma molto significativo – ha detto il sindaco Franco Cuccureddu –, abbiamo chiuso un percorso di dodici anni tra lavori ed espropri, perché queste strutture erano di proprietà privata. E abbiamo anche altre ambizioni, dato che il museo si propone di essere, con la candidatura per l’inserimento nella “tentative list” Unesco, un punto di riferimento per tutte le città di origine genovese. Non sarà facile ma solo esserci, solo aver creato una rete così ampia è importante, perché ci permette di avere contatti e creare eventi».

La nuova frontiera. «Castelsardo fa le cose che noi abbiamo indicato – ha detto il ministro Franceschini –. Mette insieme tante cose, l’apertura del museo e soprattutto l’inserimento in un network transnazionale e noi lo sosterremo, l’attività del ministero ormai va verso questa direzione e con progetti di un certo tipo. Questo paese ci piace perché ha imboccato la strada giusta per il turismo culturale, ormai il turismo balneare ha sempre più concorrenza e nessuno come l’Italia sa offrire le bellezze artistiche a pochi chilometri dal mare. Castelsardo negli anni ha bisogno di fare quello che l’Italia deve fare, andare oltre il turismo mordi e fuggi che consuma e scappa via quasi senza sapere nemmeno dove è stato».

Il museo della città. Castelsardo ha già un museo, il Mim (Museo dell’intreccio mediterraneo) all’interno del castello. Un museo etnografico che ogni estate fa il pieno di visitatori con numeri importanti (a oggi sono 134mila presenze nel 2017), ma questo è un’altra cosa. Il Museo delle origini genovesi vuole infatti mettere a disposizione dei visitatori un patrimonio completo di informazioni storiche su Castelsardo e il suo territorio, con un percorso storico che parte dalle prime manifestazioni monumentali risalenti alla preistoria e arriva all’età contemporanea. Lo stesso stabile che ospita il museo è di per sé il recupero di un pezzo di storia, dato che questa inaugurazione rappresenta il punto di arrivo di un percorso comune intrapreso dall’amministrazione comunale e dal Dipartimento di storia dell’Università di Sassari. Il Comune ha acquisito da privati l’edificio, in condizioni molto degradate, dell’antico convento, mentre i professori Antonello Mattone, Marco Milanese e Alessandro Soddu hanno approfondito la storia di Castelsardo nel periodo genovese e aragonese. Un passo avanti rispetto a quelli compiuti nel 2002, col convegno celebrativo per i novecento anni della fondazione del borgo, e il successivo volume pubblicato nel 2007 dagli stessi Soddu e Mattone.

Il percorso. La prima sezione della nuova struttura inaugurata ieri è dedicata alle origini e illustra il territorio prima del Medioevo. Quindi attraverso un tunnel ci si sposta verso la sala che ospita il tema della fondazione di un nuovo borgo dotato nel castello nel XIII secolo. Il progetto, ancora in fase di sviluppo, prevede la realizzazione di una vera e propria passeggiata nella storia. Grazie alla quale si arriva al punto centrale del museo e cioè l’arrivo dal mare della famiglia Doria direttamente dalla città di Genova. E la sala alla fine del corridoio racconta la genesi di Castelsardo, col castello nato su iniziativa genovese. Le altre due sale approfondiscono altri due temi. La prima è dedicata a Castelsardo quale città inespugnabile, l’ultima, invece, alle trasformazioni urbanistiche che hanno interessato il borgo, che sono accuratemente documentate attraverso un plastico. Il museo verrà competato con l’apertura del primo piano, che sarà dedicato alla “genovesità”, con uno spaccato della presenza ligure attraverso immagini e testi e sarà anche il primo spazio dedicato alla “tentative list” Unesco.



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