La Nuova Sardegna

Archeologia, scoperta una colonia etrusca sull’isola di Tavolara

di Dario Budroni
Archeologia, scoperta una colonia etrusca sull’isola di Tavolara

Ritrovamento straordinario: per la prima volta viene alla luce in Sardegna un insediamento del misterioso popolo dell’Etruria

09 gennaio 2018
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OLBIA. La storia si riscrive tra la sabbia bianca di un’isola che non smette di stupire. Non è una novità che l’uomo sia sbarcato su Tavolara addirittura qualche migliaio di anni prima della nascita di Cristo. Ma adesso arriva una notizia che farà sgranare gli occhi agli studiosi di tutta Italia: nell’isola al largo del golfo di Olbia sono stati ritrovati i resti di un insediamento etrusco. Nello specifico si tratta di un insediamento della cultura villanoviana, che in poche parole aveva anticipato il popolo degli Etruschi studiato sui libri di scuola. Una scoperta straordinaria. Perché in Sardegna, prima d’ora, non erano mai stati trovati i resti di insediamenti di popolazioni arrivate dalla zona dell’Etruria. La datazione è questa: nono secolo avanti Cristo. L’eccezionale presenza è emersa nel corso di una revisione dei ritrovamenti relativi agli ultimi anni di scavo a Spalmatore, la lingua di terra e di sabbia che si sviluppa verso la terra ferma. A darne notizia è la Soprintendenza di Sassari e Nuoro, guidata dal soprintendente Francesco Di Gennaro. Il responsabile di zona è invece Rubens D’Oriano, mentre a condurre gli scavi è stata l’archeologa Paola Mancini tra il 2011 e il 2013, dopo il ritrovamento di alcuni cocci affiorati da parte dell’archeologo Giuseppe Pisanu.

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Il ritrovamento. Gli scavi sono terminati già da qualche anno ma gli studi proseguono a ritmo spedito e sono in continua evoluzione. Diverse le novità saltate fuori nel corso del tempo. Per esempio erano stati ritrovati dei resti dell’età del rame, tra cui alcune figure umane stilizzate dipinte sulla parete di una grotta, e già alcuni elementi avevano fatto pensare a qualche relazione con la Toscana in epoche molto antiche. Ma questa è senza dubbio la scoperta più importante. «Gli scambi tra la Sardegna nuragica e l’aspetto culturale della prima età del ferro dell’Etruria detto villanoviano sono ben noti e ampiamente studiati, ma finora non era documentata la presenza di una comunità proveniente dalla sponda etrusca stanziata e prosperata in Sardegna – commenta il soprintendente Francesco Di Gennaro –. Si tratta quindi di una novità assoluta che costituisce un balzo in avanti nella ricostruzione dei rapporti tra le due sponde del Tirreno in epoca protostorica». Un dato che aiuta dunque a comprendere il dinamismo e la propensione marinara della gente stanziata in Etruria nella prima Età del ferro è la presenza di una linea costiera di abitati nel Lazio settentrionale e in Toscana, in cui già a prima vista si notano significativi confronti con i materiali dell’insediamento scoperto a Tavolara. Arrivati a questo punto, non è da escludere che ci siano stati altri insediamenti villanoviani in Gallura, una terra che fronteggia l’Etruria, una luogo dove città come Populonia, Vetulonia, Vulci e Tarquinia erano nate proprio nel periodo dell’insediamento sull’isola di Tavolara.

L’Area marina. A giocare un ruolo fondamentale è stata l’Area marina protetta di Tavolara e Coda Cavallo, che ha finanziato la campagna di scavi in base a un accordo con la Soprintendenza. «Beh, che dire. Questa scoperta non può che riempirci di gioia – commenta Augusto Navone, il direttore dell’Amp –. Tavolara non smette di regalarci sorprese». Quando gli studi saranno una volta per tutte conclusi l’Area marina si occuperà di pubblicare gli atti e anche un volume, per divulgare le straordinarie scoperte messe a segno nell’isola. Un posto da cartolina che gronda di fascino e di storia. Tra le altre cose, secondo la leggenda, Tavolara può addirittura vantarsi di essere il regno più piccolo del mondo, dopo la presunta investitura di Giuseppe Bertoleoni, antenato degli attuali proprietari dei ristoranti dell’isola, da parte di Carlo Alberto di Savoia. Tanta storia anche nelle isole vicine. A Molara ci sarebbe addirittura morto un papa, come vuole la tradizione, mentre a Proratora, come ha dimostrato la campagna di scavi che ha coinvolto la stessa Tavolara, era stato ritrovato un insediamento romano.
 

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