La Nuova Sardegna

Lorenzo Braina: l’educatore più amato dalle mamme sarde

Gabriella Grimaldi
Lorenzo Braina: l’educatore più amato dalle mamme sarde

Incontro con il fondatore del centro Crea di Oristano: «Parli con tuo figlio e fai i conti con il bimbo che sei stato»

07 ottobre 2018
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SASSARI. Lorenzo Braina ha appena firmato decine di copie del suo ultimo libro, “Dato al mondo”. In fila, davanti al tavolino allestito dalla libreria Koinè che ha organizzato l’incontro nell’oratorio di San Paolo a Sassari, gli sguardi adoranti di mamme e nonne e diverse insegnanti che «no, ci mancherebbe, io ogni volta che viene Lorenzo a fare una conferenza qui a Sassari non manco mai. Caschi il mondo lo voglio sentire, mi diverte quando parla dei guai di noi genitori, mi consola anche, insomma mi fa pensare ma allo stesso tempo mi fa sentire bene». E l’occasione di andarlo a sentire non manca di certo perché questo educatore pedagogista di Arborea arriva a tenere fino a 250 tra incontri divulgativi e reading su 365 giorni di ogni anno.

Un vero fenomeno, se si considera che i suoi libri su come si fa a trasformare bambini in adulti uscendone più o meno vivi, vendono un numero di copie non usuale. Seimila quelle acquistate del precedente volume “I bambini lo sanno” del 2014. E, parola di librai, il nuovo saggio sta andando a gonfie vele mentre ogni conferenza organizzata in ciascun angolo dell’isola registra sempre il pienone. D’altra parte a vederlo in azione si capisce, in parte, il suo successo. Inforca il microfono davanti a centinaia di persone, perlopiù donne («da qualche tempo partecipano anche i padri - dice lui -, prima ne veniva qualcuno trascinato dalla moglie e si metteva in un angolo con le braccia conserte, adesso sono più propositivi») e comincia a raccontare aneddoti sulla vita quotidiana di ogni famiglia, sul tormentato rapporto genitori-figli in un mondo diventato virtuale all’improvviso, sui tic dei genitori, sui “nonsense” dell’educazione («se cadi e ti fai male poi ti dò il resto»), sui rapporti conflittuali con i figli adolescenti («quando finisci di dire non vedo l’ora che diventi grande, lui diventa grande, se ne va e comincia la nostalgia»).

È spiritoso, Braina, provoca risate liberatorie, e poi rasenta la poesia con riflessioni in cui tutti si riconoscono: «Veniamo tutti da una storia lunga fatta di padri e madri che sono stati a loro volta figli di padri e madri. Quando educhi sei chiamato a prendere contatto con la tua storia e, spesso, l’urlo che lanci a tuo figlio, il bisogno di proteggerlo da una verità della vita o il desiderio di non lasciarlo andare non ha anche fare con lui ma con il bambino che sei stato». Ma c’è da chiedersi perché in così tante persone sentano il bisogno di andarlo a sentire, manco fosse una rockstar.

«Io mi sono dato questa spiegazione - risponde questo pedagogista cinquantenne che a Oristano ha fondato il centro per l’educazione Crea -: c’è uno scarto generazionale tra noi e i nostri figli che non è minimamente paragonabile a quello tra i nostri padri e i nostri nonni. Oggi i genitori sono disorientati e hanno necessità di riconoscersi in quello che sentono e soprattutto non vogliono essere giudicati per i loro errori. Ecco, forse riesco a trasmettere l’idea che con i figli si sbaglia sempre, che non esiste un genitore perfetto, neppure lontanamente, bisogna soltanto mettercela tutta ogni giorno, avere questo desiderio». Ma Braina non ha soltanto ammiratori. Ci sono quelli che lo snobbano, guai a sentir parlare di lui negli ambienti accademici («è superficiale, fa un lavoro poco scientifico, anzi è un grande bluff basato sul business»). Lui alza le spalle: «La mia idea è quella di divulgare, cioè tradurre in parole semplici ciò che non arriverebbe alle persone in termini tecnici. Lo faccio io in maniera capillare da quando, agli inizi degli anni Duemila, sono entrato nelle case delle famiglie dei piccoli centri aggirando una diffidenza tremenda. Lo fanno i miei collaboratori con i quali realizziamo progetti per l’ascolto e l’aiuto dei genitori in difficoltà. Le persone ci seguono, ci danno fiducia».

Di sicuro c’è che Braina ha il dono della comunicazione e lo usa. Un personaggio controverso? Sul suo viso appare un sorriso bonario, beve un bicchiere d’acqua e si congeda. La macchina è di nuovo in moto verso una nuova conferenza, un nuovo reading, incontro agli ammiratori che come sempre lo accoglieranno a braccia aperte.
 

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