La Nuova Sardegna

Costantino Nivola e gli architetti di New York

di Paolo Curreli
Costantino Nivola e gli architetti di New York

La prestigiosa Cooper Union espone i lavori dell’artista che hanno cambiato il volto della Grande Mela

16 gennaio 2020
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SASSARI. «Ho bussato alle porte di questa città meravigliosa e centinaia di porte, finestre e cuori si sono aperti. Il doganiere era sconcertato dal mio bagaglio composto di ingenuità, gioventù, talento ed accento straniero», così scriveva Costantino Nivola di New York, la città che lo accolse in fuga dal fascismo. E New York omaggia Costantino Nivola (1911-1988) con “Figure in Field”, una mostra che racconta il suo lavoro di scultore in sintonia continua con l’architettura, con i suoi grandi bassorilievi realizzati col sandcasting – un calco di sabbia che gli permetteva di lavorare con gli stessi materiali dell’edilizia – i dipinti murali e le sculture in 58 progetti realizzati nell’arco di circa 40 anni.

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Aperta dal 23 gennaio al 15 marzo alla Arthur A. Houghton Jr. Gallery, la mostra è la prima in assoluto a raccontare la storia dei progetti costruiti da Nivola a New York City, attraverso maquette e sculture, disegni originali, fotografie e oggetti. L’esposizione è a cura la Fondazione Costantino Nivola, l’Istituto italiano di cultura di New York e la prestigiosa università Cooper Union che, oltre alla mostra, presenterà un convegno sul ruolo dell’arte pubblica, laboratori didattici e tour in tutta la città per scoprire i lavori di Nivola con una guida tascabile e gratuita che illustra l’itinerario cittadino attraverso i suoi 21 progetti in tutti e 5 i distretti di New York, almeno 17 dei quali ancora esistenti. È New York quindi a conservare la più grande raccolta delle opere pubbliche di Nivola: «Discepolo di Le Corbusier, Nivola credeva nella sintesi delle arti, la collaborazione tra l’artista e l’architetto – afferma Giuliana Altea, Presidente della Fondazione Costantino Nivola –. Dopo il successo del suo grande rilievo murale per lo showroom Olivetti a New York, nel 1954, si era guadagnato, a livello internazionale, la reputazione di “scultore per architetti” e aveva iniziato a lavorare con importanti figure come Josep Lluís Sert, Marcel Breuer e Eero Saarinen». « Per Nivola l’arte deve essere accessibile a tutti, ecco perché tanti suoi lavori sono stati creati per spazi pubblici – spiega Antonella Camarda, direttrice del Museo Nivola – . 15 dei suoi progetti a New York furono commissionati per le scuole, sottolineando l’importanza assegnata al lavoro per la comunità e al ruolo dell’arte nella vita collettiva». «Nivola esemplifica come la professione degli artisti e quella degli architetti siano inevitabilmente legate. Grazie alle sue collaborazioni con numerosi architetti di spicco del suo tempo, l’eredità di Nivola non è quantificabile – afferma Nader Tehrani, Preside della Cooper School of Architecture–. Perciò questa mostra è un’opportunità unica per far luce su un maestro della metà del Ventesimo secolo e per capire come il suo lavoro ha cambiatola nostra città». La mostra seleziona quattro progetti, a cominciare dallo showroom Olivetti del ’54 (l’Apple store del tempo), considerato dai contemporanei: «Il più bel negozio sulla Fifth Avenue».
 

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