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IL LIBRO

Luca Telese racconta lo scudetto vinto dai “figli della guerra”

Enrico Gaviano
Riva e Domenghini esultano dopo il primo dei due gol del bomber a Vicenza nel 1970
Riva e Domenghini esultano dopo il primo dei due gol del bomber a Vicenza nel 1970

Cagliari 1970, un nuovo bellissimo capitolo della storia infinita di quella meravigliosa squadra

20 aprile 2020
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CAGLIARI. Quella del Cagliari scudettato è una “neverending story”, una storia senza fine. Quando pensi di aver letto tutto, c’è qualcuno che aggiunge al racconto dell’incredibile squadra che fece l’impresa, un nuovo capitolo. “Cuori rossoblù, la leggenda di Gigi Riva e lo scudetto impossibile del Cagliari” (edizioni Solferino, 231 pagg., 9.90 euro in ebook ma presto uscirà l’edizione cartacea) è stato scritto da Luca Telese, giornalista cagliaritano.

La passione è quella che emerge dalla lettura delle belle pagine di questo libro. Del resto va anche detto che solo chi è sardo può capire sino in fondo che cosa rappresenta tuttora la squadra dello scudetto. Chi c’era ha vissuto come un sogno il momento più magico della storia sportiva isolana. Chi è venuto dopo inizia a sentirne parlare quando è nella culla. Insomma, un imprinting che cementa il legame fra quel Cagliari e i sardi. Telese non fa certo differenza. Lui è nato due giorni prima del 12 aprile 1970, il giorno di Cagliari-Bari, e nella sua casa di via dei Visconti è cresciuto vedendo prima le persone vicine a lui andare allo stadio, poi ha iniziato ad andarci anche lui e ad amare quella squadra.

L’idea di “Cuori rossoblù” è quagliata qualche mese fa, quando era a casa di Gigi Riva per un’intervista, insieme a Tommaso Giulini che quel giorno chiese e ottenne dal bomber di poterlo designare presidente onorario del Cagliari. «In effetti – racconta oggi Telese – avevo raccolto già tanto materiale sul Cagliari del 1970 ma non c’era un editore disposto a scommetterci. Invece l’intervista a Riva ha cambiato le carte in tavola e alla fine è stato Urbano Cairo a dirmi che il libro andava scritto sì, perché era una storia bella, una storia italiana».

Eccoli dunque i “Cuori rossoblù”. Intanto un ritratto di tutti i 16 giocatori e dell’allenatore, il mitico Manlio Scopigno, una novità assoluta rispetto ai libri già scritti. Presi uno a uno, quei giocatori, raccontano in prima persona, o attraverso altre testimonianze quelli che non ci sono più, uno spaccato di un’altra Italia. Quei campioni sono nati tutti fra il 1939 e il 1946. Sono figli della 2a guerra mondiale, crescendo nel durissimo dopoguerra. Per la maggior parte figli di operai. Qualcuno, come Cera, della borghesia. Ma tutti accomunati da un fatto: aver dovuto soffrire davvero tanto per arrivare in alto. Per la verità sono accomunati anche dal fatto di aver detto tutti subito “no” all’idea di trasferirsi a Cagliari. Eppure, alla fine, tutti sono approdati in Sardegna, a comporre quel puzzle che Andrea Arrica come dirigente e Manlio Scopigno come allenatore, avevano pazientemente immaginato.

Dai personaggi scaturisce la storia dello scudetto, dalla promozione in A del 1964 al campionato del 1970 descritto giornata dopo giornata, gol dopo gol. Sino al giorno del trionfo. Per ricucire il tutto ci sono anche i fili dei racconti già fatti, citazioni dai giornali sardi, o dai libri, come quello splendido di Bruno Bernardi: Rombo di tuono, storia e leggenda di Gigi Riva. Per capire come hanno fatto quei rossoblù, che prima di tutto erano amici sul serio, a vincere il campionato basta la riflessione di Bobo Gori riportata nel libro: “Il calcio è una splendida parabola sui talenti, su cosa l’uomo può fare quando combina le sue doti con quelle degli altri”.

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