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Turismo è anche cultura del vino

Turismo è anche cultura del vino

segue dalla copertinaIl sindaco Luciano Barone ha colto da subito la sfida e le energie dell’amministrazione comunale sono andate e andranno anche in questa direzione. «E’ un movimento importante che...

29 giugno 2021
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segue dalla copertina

Il sindaco Luciano Barone ha colto da subito la sfida e le energie dell’amministrazione comunale sono andate e andranno anche in questa direzione. «E’ un movimento importante che assecondiamo con entusiasmo nelle mansioni che competono al pubblico rendendo migliori i servizi con strade efficienti e cartellonistica adatta – spiega – Le associazioni dei produttori stanno facendo un lavoro enorme e anche nella diversità di vedute vedo una ricchezza per il settore e per il paese, che anche grazie all’economia del vino sta facendo passi da gigante».

I turisti continuano ad arrivare anche perché qui trovano clima sereno, ospitalità e un’offerta variegata: ristoranti dove mangiare, bed and breakfast e una rete di musei ormai ben oliata. Cibo per lo spirito e per il corpo. Da diverso tempo si fanno le degustazioni in cantina o in vigna, ma non è l’unico fronte aperto. «Fin dal primo anno intuii l'importanza dell'accoglienza nei luoghi della produzione. Il vino acquista valore a casa sua, dove nasce e cresce prima di essere messo in bottiglia. Ecco l'importanza del racconto, della spiegazione. Dobbiamo riuscire a emozionare e tutto deve essere fondato sulla qualità, non solo del vino buono e genuino ma anche dei luoghi, delle parole, delle persone. Solo in questo modo Mamoiada può ambire a diventare un vero territorio del vino», dice Luca Gungui, “padre” del Berteru, un cannonau che conquista i mercati non solo nazionali. Lui, nel vigneto di Sas de Melas ha casa e ambienti giusti per raccontare la sua creatura.

Chi invece non ha un solo mattone ma orto, oliveto e vigneto in località Muzanu, appena fuori dal paese, è Fabiana Gungui che con suo marito Toto Mele porta avanti l’azienda di famiglia. E’ solo questione di pochi mesi e qui verranno posizionate due casette di 12 metri quadri a forma di botte. «Il progetto nasce dalla voglia di condividere un’esperienza multisensoriale con gli ospiti, immersi nella campagna mediterranea nelle attività dell' azienda come il vigneto, l’orto e l’oliveto», dicono i vignaioli. «Le costruzioni sono strutture amovibili, ecosostenibili, in legno ad impatto ambientale bassissimo, completamente autosufficienti dal punto di vista energetico pur godendo di tutti i comfort di un hotel di lusso. La privacy è data dal posizionamento delle botti in modo che l'ospite sia immerso nella natura con un’opera senza impatto ambientale».

Oltre al pernottamento Fabiana e Toto hanno pensato anche ad un altro servizio all’insegna del totale relax con una sauna finlandese, sempre a forma di botte, che sarà a disposizione degli ospiti. In attesa dell’arrivo delle casette per quattro persone (una per coppia) in questi giorni in vigna verrà posizionata tenda con tutti i comfort con letto e arredi. «Un modo insomma per ripartire nel modo giusto e testare il mercato di quest’estate su la forma di accoglienza e conoscenza del territorio che abbiamo pensato con la nostra particolare filosofia», aggiunge la coppia con l’entusiasmo di chi sta spostando l’asticella verso una nuova sfida.

La Cantina Sedilesu (una delle due storiche assieme a Puggioni), da tempo segue la strada della diversificazione. Vigneti, professionalità e tre generazioni che si confrontano e lavorano a braccetto. Prima tre anni fa l’apertura in cantina degli spazi per la degustazione, ora l’obiettivo da centrare a breve con l’apertura ai turisti del casale di famiglia nei vigneti storici di Murruzzone. «Ovviamente un degustazione seria ha bisogno di essere accompagnata e noi lo facciamo con alcuni menu, come quello tappas, o altri più snelli, che prevede la possibilità di gustare anche salumi, formaggi e altri prodotti del territorio – spiega Salvatore Sedilesu – . Abbiamo visto che c’è grande attenzione oltre che dagli stranieri anche dal mercato nazionale e sardo, sempre più orientato alla qualità e a vivere l’esperienza con i luoghi e con la loro storia. Anche per questo motivo abbiamo restaurato e arredato il casale storico destinato ad accogliere anche per i pernottamenti i turisti in vigna».

Non fa enoturismo in vigna ma a suo modo compie un’operazione brillante di marketing turistico Giampaolo Paddeu dell’omonima cantina. Battitore libero (non fa parte né di Mamoja né dei Vignaioli di Mamoiada), Paddeu è un grandissimo appassionato di motori e di rally. La sua auto, quella che utilizza nelle competizioni ha fatto bella mostra a Olbia per la tappa mondiale. Anche questo è guardare lontano, una mission che ai momoiadini sembra riuscire molto bene.

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