La Nuova Sardegna

Antonio Cabiddu: «Ottimo avvio e tanti progetti»

di Roberta Sanna
Antonio Cabiddu: «Ottimo avvio e tanti progetti»

Il nuovo direttore parla della stagione teatrale: «Il pubblico c’è, ecco le nostre 300 proposte» 

14 gennaio 2022
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«Applausi prolungati, standing ovation e tutto esaurito per Valerio Lundini, per il concerto di Carmen Consoli e per il recital flamenco di Sergio Bernal: i tre spettacoli presentati a inizio gennaio sono un avvio beneaugurante della nuova gestione del Teatro Massimo di Cagliari. In particolare mi hanno emozionato e commosso i 678 spettatori dello show di Lundini, in maggioranza sotto i trenta anni, tutti disciplinati con greenpass rafforzato e mascherine FFP2. A conferma che il teatro è un luogo sicuro». Antonio Cabiddu, presidente del Cedac, racconta la nuova stagione del Massimo con la concretezza dei numeri e di una ricca programmazione che vede il teatro di via De Magistris come luogo di eccellenza per la crescita culturale e artistica della città e per il consolidamento del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna.

«Le limitazioni non hanno fermato il pubblico – aggiunge Cabiddu –. La pandemia è un argomento su cui non voglio insistere ma che non va dimenticato. Nonostante le incertezze è fondamentale continuare a progettare con coraggio e spirito costruttivo, e il teatro resiste come luogo necessario per riacquistare fiducia e benessere psichico. Come tutti sanno fin dalla inaugurazione del Massimo nel febbraio 2009 il Cedac ha svolto un ruolo fondamentale con il cartellone della Grande Prosa. Dunque il nuovo bando comunale rappresentava per noi un appuntamento da non perdere. Così abbiamo costituito un’ATI con Jazz in Sardegna ed elaborato insieme un progetto di grande respiro».

In cartellone dal 26 al 30 gennaio “Arsenico e vecchi merletti” di Joseph Kesselring, raffinata e coinvolgente black comedy protagonista Anna Maria Guarnieri accanto a Marilù Prati per la regia di Geppy Gleijeses. Altri grandi protagonisti saranno Umberto Orsini e Franco Branciaroli in “Pour un oui ou pour un non” di Nathalie Sarraute, Massimiliano Gallo e Stefania Rocca ne “Il silenzio grande” di Maurizio De Giovanni, spettacolo di Alessandro Gassmann (che firma anche la regia dell’omonimo film). Anna Foglietta e Paola Minaccioni propongono “L’attesa”, pièce di Remo Binosi, una riflessione sulla condizione femminile. In scena anche gli show di Arturo Brachetti il 19 marzo e Geppi Cucciari il 5 e 6 maggio. «Con una programmazione quasi quotidiana in tutti i suoi spazi, compresi foyer, libreria Edumondo e terrazza, il Massimo sarà punto di riferimento cittadino e regionale – aggiunge Antonio Cabiddu – con appuntamenti di eccellenza non solo per la prosa ma anche per la danza, il circo contemporaneo e il teatro ragazzi. E ovviamente per la musica, che troverà finalmente uno spazio adeguato in modo non episodico. In tutto l’anno contiamo di proporre circa 300 giornate tra noi e Jazz in Sardegna, che aprirà il cartellone a fine febbraio, tornando al Massimo».

Infatti, come ha sottolineato il direttore artistico di Jazz in Sardegna Massimo Palmas durante la presentazione alla stampa «è un ritorno nel teatro dove Jazz in Sardegna ha iniziato la sua attività nel 1980 con eventi memorabili, e la grande sfida di trasformarlo in un polo d’eccellenza per la musica». In apertura, il 25 e 26 febbraio, il pianista e compositore americano Danny Grissett, per continuare con grandi nomi come Dee Dee Bridgewater (15 aprile), il pluripremiato duo formato da Gonzalo Rubalcaba e Aymée Nuviola (18 marzo), il trio capeggiato dal grande Jeff Ballard (22 marzo), il percussionista sudamericano tra i più famosi al mondo Horacio El Negro Hernández, special guest nel trio del vibrafonista Marco Pacassoni (25-26 marzo) e talenti emergenti come il vocalist americano, pupillo di Herbie Hancock, Michael Mayo (8 marzo).

In programma anche un concorso per giovani talenti Jazz intestato all’amico fotografo Isio Saba.

A completare l’offerta, gli appuntamenti della danza: “La nona (dal caos, il corpo)”di Roberto Zappalà, sulle note di Beethoven, “My Ladies Rock” di Jean-Claude Gallotta, esponente della “nouvelle danse” francese, e “Spellbound 25”, antologia di pezzi emblematici dello Spellbound Contemporary Ballet.

«Questa caratteristica di multidisciplinarietà – spiega Cabiddu – consentirà di aprire al Massimo un orizzonte del pubblico ancora più vasto e informato e favorire il ricambio generazionale, di fruire di esperienze di qualità di diverse provenienze e linguaggi dello spettacolo, di incontrare sia artisti affermati che nuovi autori e interpreti. L’offerta integrata è pensata per favorire un intenso scambio culturale. Se non ci fosse un confronto su ciò che si produce in campo nazionale non crescerebbero neanche le realtà locali. Questo lo posso affermare in quaranta anni di esperienza, tanti gruppi locali sono nati anche grazie a questi stimoli» sottolinea Antonio Cabiddu, che in conclusione vuol ricordare i momenti della ricostruzione del Teatro Massimo, restituito alla città nel 2009 anche grazie al sindaco Mariano Delogu che riuscì a risolvere una complicata situazione, e ottenere poi un contributo della Comunità Europea per i lavori.

«Vado molto orgoglioso di aver collaborato – rivela Cabiddu – con l’ingegnere allora incaricato di rivedere il progetto. Con lui ci siamo inventati il foyer e il ridotto, che originariamente non erano previsti. La considero un’idea di pregio. Avevo imparato che un teatro senza una seconda sala anche economicamente è destinato al fallimento. Ancora meno si poteva pensare di fare un teatro senza un foyer, un luogo ampio dove far incontrare il pubblico».



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