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La Mostra di Venezia

Amelio e l’assurdo caso Braibanti:«Una grandissima storia d’amore»

Alessandro Pirina
Amelio e l’assurdo caso Braibanti:«Una grandissima storia d’amore»

La vicenda del poeta gay, unico condannato per plagio

07 settembre 2022
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Venezia Gianni Amelio fa conoscere all’Italia il caso Braibanti, ovvero il poeta e scrittore condannato - unico caso nel nostro Paese - a nove anni di reclusione per plagio nel neanche così lontano 1968. Ma “Il signore delle formiche”, in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, non è solo un film di denuncia storica, ma, per usare le parole del regista, «è una grandissima storia d’amore tra un uomo e un ragazzo, molto autobiografica». Come quella appunto, racconterà Amelio nella conferenza stampa, da lui vissuta sul set, non senza strascichi. «Una storia d’amore tormentata e questo tormento non passa». Il regista è un fiume in piena, si macchia anche di una sfuriata contro il critico Fabio Ferzetti, colpevole di «un titolo infame (di due anni fa sull’Espresso, ndr), con te non parlerò mai più nella vita, il tuo giornale avrebbe fatto meglio a mandare qualcun altro».

Si dice «disperato» per i tomenti interiori, ma «felice di questo film, forse la cosa più bella che ho fatto. Penso di avere dato il massimo e amo il film alla follia. Braibanti si è innamorato ed è stato chiuso in un carcere, anch'io mi sono innamorato e sono chiuso in un carcere mio». A prestare il volto al poeta e scrittore emiliano, colpevole di essere omosessuale in un’Italia reazionaria, Luigi Lo Cascio. «Aldo era un personaggio in cui convivevano dei punti stranamente in contrasto tra di loro. Da un lato la grandezza nel suo campo d’azione, l’arte, dall’altro le sue fragilità nelle relazioni, nell’amore. Questo suo essere enigmatico mi ha colpito molto».

All’esordiente Leonardo Maltese («un miracolo», sono le parole di Amelio) il compito di interpretare Ettore Tagliaferri, il giovane compagno di Braibanti, che, per volere della famiglia, fu rinchiuso in un ospedale psichiatrico e sottoposto a una serie di elettroshock, perché “guarisse” da quell'influsso diabolico. «In ogni film che ho fatto – ancora il regista – c’è sempre un incontro-scontro tra generazioni. Nel mio primissimo film, “La città del sole”, al filosofo Tommaso Campanella decisi di contrapporre un contadinello ignorante. E così sempre fino ad “Hammamet”, dove, qualcuno abbagliato dalla bravura sovrumana di Favino, ha dimenticato di leggere il film. Che non è solo Craxi, ma l’incontro con il personaggio di Fausto».

La politica

Coprotagonista del film, nel ruolo di un giornalista dell’Unità che segue il caso Braibanti, è Elio Germano. Chiudono il cast Sara Serraiocco e la cantante lirica Anna Caterina Antonacci, alla sua prima volta da attrice. «Il film ci parla di tante cose al di là di quella vicenda – dice Germano –. Mette in contrapposizione la passione all’opportunismo. Oggi viviamo un’epoca in cui lavorare per passione è considerato sconveniente, conta solo il profitto». Dal ruolo di Germano emergono anche alcuni aspetti oscuri della sinistra del tempo, che non guardava con favore la causa degli omosessuali. Anzi. A differenza dei radicali, tanto che nel film c’è anche un cameo di Emma Bonino. «Volevo raccontare la battaglia forte che i radicali hanno fatto per Braibanti e per la società italiana – è la spiegazione di Amelio –. È il partito che si è esposto di più per fare cancellare nel 1981 il reato di plagio. Ho preferito inserire Emma come è oggi piuttosto che un sosia di un giovane Pannella». «Non è vero che in Italia non c'è più la persecuzione nei confronti degli omosessuali – chiede la parola in conferenza Franco Grillini, presidente onorario di Arcigay e Gaynet –. Basta pensare allo schifoso applauso che c'è stato recentemente in Senato per la bocciatura della legge Zan contro l'omotrasnfobia, con conseguente giubilo da parte di taluni senatori».

Dafoe, Waltz e Tilda

Anche la giornata di ieri è stata ad alta densità di star. Al Lido è sbarcata, con capelli giallissimi, Tilda Swinton, in gara con “The eternal daughter” di Joanna Hogg, mentre era fuori concorso “Dead for a dollar” di Walter Hill, che a Venezia ha schierato Willem Dafoe, Christoph Waltz, Rachel Brosnahan e Benjamin Bratt. Oggi invece sarà la giornata di Hugh Jackman, Laura Dern, Vanessa Kirby, Casey Affleck, Zoey Deschanel e Stefania Sandrelli, che riceverà il Premio Bianchi.
 

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