La Nuova Sardegna

Archeologia

Una nuova casa per il dolmen di Mores

di Paolo Curreli
Una nuova casa per il dolmen di Mores

Al via il bando da un milione di euro per la copertura de Sa Covaccada. Il progetto vedrà coinvolti architetti e archeologi di tutta Europa

29 novembre 2022
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Da migliaia di anni custodisce un segreto, la sepoltura di un antichissimo re o, forse, di una stirpe di guerrieri o sacerdoti? Dall’alto delle colline intorno a Mores il dolmen de Sa Covaccada (la struttura coperta in sardo) è stata una sentinella e un punto di riferimento del territorio dalla preistoria fino a oggi. Negli ultimi anni una gabbia di tubi innocenti ne ha permesso il restauro ma certamente, non ne ha valorizzato la bellezza. È di questi giorni la notizia che partirà il bando per il progetto di una copertura che protegga uno dei dolmen più straordinari d’Europa e ne valorizzi il territorio ricchissimo di storia e di natura. Progetto che prevede l’utilizzo del milione di euro stanziati dal Ministero.

«Il 16 dicembre 2021, importante evidenziare questa data, il ministro ha firmato il decreto concedendo l’importo richiesto: 1 milione di euro. La bella notizia della concessione del finanziamento, venne da me comunicata al Consiglio comunale nel marzo del 2022. Nel 2011 è iniziato il restauro – spiega il sindaco di Mores Enrico Virdis – intervento che ha coinvolto la soprintendenza con la collaborazione di enti e professionisti tra i quali il prestigioso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. L’ analisi della struttura, la sua pulizia e il riempimento delle fessure occupate da terra e vegetazione. Per permettere i lavori di restauro è stato necessario costruire una struttura di cantiere che già dall’inizio veniva considerata temporanea. Naturalmente abbiamo dovuto fare i conti con le tempistiche ministeriali e due anni di Covid. Tengo a sottolineare che, e sia chiaro, il finanziamento di un milione di euro è stato concesso dal Ministero grazie al lavoro sinergico tra il Comune e la Soprintendenza, la cronistoria certifica questo! Il dialogo costruttivo tra enti non può che portare a risultati positivi. Altro aspetto riguarda il nome del dolmen, erroneamente chiamato anche dalla letteratura archeologica “Sa Coveccada”. Il nome corretto è “Sa Covaccada” dal sardo “coperta” ».

«Il progetto di recupero è partito nel 2007 con la prima fase della scheda di richiesta dal Comune di Mores – spiega Massimo Casagrande, direttore del Segretariato Regionale di Cagliari del Ministero della Cultura che dovrà gestire il finanziamento –. Avremmo voluto che tutto fosse più rapido, ma bisogna capire che Sa Covaccada (anche grazie alla copertura temporanea, brutta certamente ma almeno in un certo modo funzionale alla protezione) non è stata considerata in immediato pericolo dal Ministero che ha dato la precedenza a monumenti considerati più a rischio. Adesso per la copertura verrà bandita la gara di progetto europea, sugli elaborati deciderà il Comune e la Soprintendenza. Spero personalmente che il tutto si integri con lo straordinario paesaggio del territorio, parte integrante del monumento che per millenni è stato un punto di riferimento per le civiltà che si sono succedute ».
 

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