La Nuova Sardegna

L'intervista

Alba Parietti: «In Sardegna con Bellucci, Koll e Falchi. Era la barca più invidiata della Costa»

di Alessandro Pirina
Alba Parietti: «In Sardegna con Bellucci, Koll e Falchi. Era la barca più invidiata della Costa»

L’attrice e showgirl si racconta: «Porto Rafael è stata la mia isola: ogni notte una festa diversa. Ero alla Certosa la sera dell’eruzione del vulcano: cose che solo Berlusconi può fare»

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In tv ci sono le conduttrici, le showgirl, le vallette, le comiche. E poi c’è la Parietti. Sì, perché non si può circoscrivere l’Alba più famosa d’Italia in una singola categoria. La Parietti è una categoria a sé. Un fenomeno che non ha eguali nel panorama televisivo. Capace di essere il sabato sera su Rai 1 travestita da Dalida, il giorno dopo su Rete 4 a discutere di guerra, vaccini o economia con il ministro di turno. Così va avanti da oltre trent’anni, da quando, all’ombra di Italia ’90, nacque il fenomeno Parietti.

Dice Wikipedia: conduttrice, showgirl, attrice, opinionista. Delle quattro definizioni quale sente più sua?
«Conduttrice e opinionista sono quelle in cui mi riconosco di più. Poi attrice, perché comunque non credo di essere negata».

Degli opinionisti è stata l’antesignana.
«Insieme a Vittorio (Sgarbi, ndr). Penso che una carriera più divertente non potessi averla: attrice, imitatrice, varietà, sex symbol. Mi manca solo la politica. Ma chi me lo fa fare? Il mio fidanzato si diverte, perché un giorno mi vede che canto e ballo, l’indomani discuto in un dibattito politico. Senza fare brutta figura. Anzi, spesso sparano più cazzate gli esperti. A me piace informarmi su quello che accade nel mondo. Non sopporto quando mi chiedono: lei che titolo ha? Nella vita si progredisce, si studia, ci si aggiorna. Succede in qualsiasi lavoro. Anche se devi fare l’opinionista devi studiare».

Prima del successo sono passati anni: il ricordo più bello della gavetta?
«Erano nate le prime radio e tv private. Una cosa che era concessa a pochissimi, mai avrei immaginato ci sarebbe stato posto per me. Per di più a Torino. Anche perché mai avrei pensato di andarmene. Noi torinesi non ci spostiamo. Io sono l’unica, gli altri vivono ancora tutti lì: Giletti, Chiambretti, Littizzetto».

E il ricordo più brutto?
«Una volta mi andò via la memoria. Mi fecero registrare a mezzanotte, ebbi un vuoto. Il pubblico si mise a rumoreggiare. Un attacco di panico che ricordo ancora oggi. Era “W le donne” con Amanda Lear...».

Che l’altra sera da Loretta Goggi ha detto che lei era negata come valletta.
«Mi ha fatto un complimento enorme. Amanda è di un’intelligenza raffinatissima. Ha detto che per fare la valletta non ero tagliata, vuole dire che non ero capace di stare un passo indietro».

Come finì sullo sgabello di Galagoal a Italia ’90?
«Feci un provino e ottenni un programma con Josè Altafini. Un quiz noiosissimo che fu sospeso. C’era un residuo di contratto e io, anziché essere liquidata, accettai di essere ceduta a Tmc. Venni chiamata dal direttore Ricardo Pereira e mi disse: “c’è il villaggio mondiale in cui accadrà tutto, tu devi venire in studio per dare la linea a Marina Sbardella”. Di calcio non ne capivo nulla, presi lezioni da Paola Ferrari che veniva da me in giardino con la Gazzetta. Morale: il villaggio fu una catastrofe, il mio salotto il più frequentato. Vennero Pelè, Maradona, Platini. Purtroppo non ho neanche una foto, perché non mi rendevo conto di quello che stavo vivendo».

In quegli anni diventa la “coscia lunga” della sinistra. Botteghe Oscure come la prese?
«Mai filata. Solo qualche chiacchierata, come con D’Alema, che chiamai per scusarmi. Avevo detto che sembrava un pignoratore di appartamenti. E lui: “tra un po’ pignorano noi”. Ho avuto più rapporti con gli intellettuali: Eco, Guglielmi, Ammaniti, don Gallo».

Il no ai miliardi di Berlusconi perché di sinistra: dopo quanto se n’è pentita?
«Appena mi sono resa conto di quello che avevo fatto. È stato sicuramente un rifiuto molto dignitoso, ma allora non potevo sapere come sarebbero andate le cose. Tutti quei soldi io non li avevo. Fu un gesto di coraggio ma anche di incoscienza».

Per motivi diversi disse no anche a Tinto Brass.
«Il film era “Così fan tutte”. Litigai anche con il mio agente che voleva che lo facessi. Su questo non ho mai avuto rimpianti».

Più difficile lavorare con Baudo o con Boncompagni?
«Con tutti e due. I grandi sono sempre difficili. Devo a entrambi di avermi dato una grande occasione, ma poi me l’hanno fatta sudare tutta».

In quegli anni di grandi successi l’estate era smeralda.
«Ero aspirante regina della Sardegna dopo Marta Marzotto, lei non si poteva mettere in discussione. Anni divertentissimi, grandi feste da Marta, Krizia. Anche dalla Santanchè».

Smaila’s o Billionaire?
«Andavo volentieri in entrambi ma preferivo stare a Porto Rafael. Ho scoperto la Sardegna grazie a Massimo Osti, amico del mio compagno Stefano Bonaga, e alla moglie Daniela Facchinato. Eravamo un gruppo con Gabriele Salvatores, Susan Sarandon, Valeria Golino, Claudia Koll, Isabella Ferrari, Massimo Troisi, Anna Falchi, Monica Bellucci. Ogni giorno la Santanchè metteva a disposizione la barca e andavamo a farci fotografare involontariamente dai paparazzi (ride, ndr). Era la barca più invidiata della Costa. Un’estate 23 giorni in Sardegna, 23 feste in barca. Ne feci una per il mio segretario, c’erano Vittorio Gassman e Paolo Villaggio».

È mai stata alla Certosa?
«C’ero alla famosa cena della eruzione del vulcano. Il mio fidanzato, Giuseppe Lanza di Scalea, ne uscì un po’ frastornato. Era di quelle cose che solo Berlusconi può fare».

Quando andrà in onda su Rai 2 il suo show sulle drag queen?
«Piacerebbe saperlo anche a me. Sembra Fantozzi: “si narra che partirà il 16 maggio...”».

Teme che il vento di destra possa metterlo a rischio?
«Mi avvalgo della facoltà di non rispondere. Sulla questione ci sono pareri discordi».

Il suo giudizio su Giorgia Meloni?
«Apprezzo le persone che ce l’hanno fatta da sole e hanno coerenza. Con Meloni discordo su tante cose, ma non posso non avere rispetto per una donna che non deve niente a nessuno».

Perché dopo tanti anni l’opinione di Alba Parietti in tv ha sempre così presa?
«Faccio ascolti rilevanti in qualsiasi programma, ma questo non ha fatto sì che venisse l’idea di affidarmene uno. Non faccio la vittima, ma francamente so condurre e anche bene. Su “Non sono una signora” lascio ai posteri l’ardua sentenza, ma nessuno ha mai alzato il telefono per dire: chiudete il programma in cui c’è la Parietti».

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