La Nuova Sardegna

I progetti

Mont ’e Prama, il sito del futuro sarà ecosostenibile, originale e tecnologico

di Paolo Camedda

	Una riproduzione del progetto Mulas (1° classificato)
Una riproduzione del progetto Mulas (1° classificato)

Scelti i tre vincitori del concorso di idee per trasformare la collina dei Giganti in un grande museo

07 ottobre 2023
3 MINUTI DI LETTURA





Cabras I tre progetti vincitori del concorso di idee per la musealizzazione del sito di Mont ’e Prama, scelti da una commissione appositamente nominata e presieduta dall’ex direttrice della Fondazione Mont ’e Prama, Nadia Canu, fra i ventidue presentati, sono stati premiati ieri nella sala paesaggio del Museo civico Giovanni Marongiu di Cabras. Le proposte dovevano soddisfare i requisiti della realizzabilità, bellezza e qualità, ecosostenibilità, pedonalità, originalità e dotazioni tecnologiche. «La nostra è una strategia di intervento che riguarda un più ampio progetto di sviluppo culturale del territorio del Sinis – spiega l’architetto Giacomo Mulas, capogruppo del progetto primo classificato, cui sono andati 30mila euro –. La riqualificazione dell’area archeologica è vista come miccia per l’attivazione di dinamiche culturali che a partire dalla storia e dall’archeologia arrivino a creare indotto e a muovere l'economia destagionalizzando i flussi turistici».

Giacomo Mulas entra nei dettagli: «La nostra idea è riutilizzare gli scarti di terra degli scavi per immetterli in un ciclo di produzione che intende realizzare la riqualificazione dell'area archeologica attraverso il materiale terra cruda. Prevediamo in tal senso blocchi stabilizzati di terra e muri in ladrini, i mattoni in terra cruda. Pensiamo a un sistema dinamico, modificabile al crescere degli scavi. Ci saranno elementi di segnaletica extraurbani, urbani ed interni all'area e ad un suggerimento di marketing territoriale, la pubblicità negli aeroporti». Sono previsti elementi di segnaletica in breil e rappresentazioni 3D per gli ipovedenti, e QR Code e Wi-fi per le audioguide e la realtà aumentata.

Al secondo posto si è classificato il gruppo degli architetti Giovanni Mazzanti ed Edoardo Biondetti, che ha ricevuto 20mila euro. «Nella nostra visione il sito va considerato un luogo di lavoro aperto, un cantiere vivo, ma nel contempo deve permettere l’accesso a visitatori». Per rispettare la morfologia del paesaggio, «la scelta è di mantenere dimensione e altezza dei fabbricati di servizio al minimo», mentre «la fascia esistente riservata ai parcheggi viene ampliata per agevolare la circolazione e creare una tasca di sosta lungo la provinciale». Per quanto riguarda lo spazio di ingresso, sarà «coperto da una pergola in travi e pilastri di legno» e «si accederà attraverso un nuovo cancello a scorrimento in ferro zincato». Fra i materiali anche in questo caso sono previsti i mattoni crudi. Particolare cura è dedicata ai camminamenti, con «zone di sosta dotate di sedute e pergole ombreggianti». Queste ultime «saranno dotate di binocoli, basati su un sistema analogico di realtà aumentata AR». Previsto anche «un QR Code, che attraverso la realtà digitale aumentata, consentirà ai visitatori di vedere le ricostruzioni in 3D del sito».

Il terzo posto, che si è aggiudicato 10mila euro di premio, è andato al progetto che fa capo all’architetto Antonio Ganadu, della cui équipe fanno parte anche il suo collega Domenico Falci, il consulente Ivan Lucherini, un archeologo e il collaboratore Antonio Carmisano. «Per risolvere lo scivolamento dell’orografia, ci siamo adagiati al contesto tramite terrazzamenti che diventano postazioni panoramiche e connettono il sito al territorio. Ci sono due strutture, l’edificio rampa e un edificio laboratorio, da cui il visitatore potrà osservare gli archeologi a lavoro. Per quanto riguarda i percorsi, abbiamo pensato a questi come versatili e in continua evoluzione di pari passo con gli scavi». Un altro aspetto interessante sono «le vetrine interattive di ultima generazione». Pagati i premi, la Fondazione acquisisce la proprietà dei progetti vincitori. Appena il Comune completerà l’esproprio e conferirà i terreni alla Fondazione, saranno il consiglio di amministrazione e il nuovo direttore a compiere la scelta finale.

In Primo Piano
Trasporti

Il caro voli è già partito, a Natale la Sardegna è proibita

di Silvia Sanna
Le nostre iniziative