La Nuova Sardegna

L'anniversario

Venticinque anni senza Faber, i suoi dischi riprendono vita

Venticinque anni senza Faber, i suoi dischi riprendono vita

Il progetto della Fondazione De André con Sony Music

10 gennaio 2024
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Venticinque anni senza Fabrizio De André. L’11 gennaio 1999 se ne andava, a soli 59 anni, il grande cantautore genovese, autore della colonna sonora immortale di intere generazioni. In occasione di questo anniversario la Fondazione Fabrizio De André Onlus e Sony Music Italia ricordano Faber con il progetto “Way point. Da dove venite. ..dove andate? ” , per ripercorrere 25 anni con l’amato cantautore genovese attraverso le sue parole, il suo pensiero, la sua visione e i suoi viaggi presenti e attuali ancora oggi. Il progetto si svilupperà lungo tutto il 2024 con varie iniziative, volte a celebrare e a consegnare alle nuove generazioni l’eredità artistica e culturale di uno degli artisti italiani più seguiti e influenti, sottolineando come la genialità e la profondità delle sue parole e la sua visione unica continuino a ispirare.

Tra le principali iniziative, la navigazione completa nella sua discografia che prevede la riedizione durante l’anno di tutti i suoi dischi in studio in ordine cronologico. Gli album saranno ristampati in versione Lp nero 180 gr e Cd, arricchiti da annotazioni autografe di Fabrizio De André, pensieri, riflessioni, commenti, estratti di interviste inerenti alle canzoni e agli album e alcuni documenti inediti conservati al Centro studi De André dell’Università degli Studi di Siena. Queste le ristampe in arrivo nel 2024: Volume 1; Tutti morimmo a stento; Volume 3; La buona novella; Non al denaro non all’amore né al cielo; Storia di un impiegato; Canzoni; Volume 8; Rimini; Fabrizio De André / L’Indiano; Crêuza de mä; Nuvole; Anime Salve; Singoli. I primi 4 dischi saranno disponibili dal 16 febbraio.

Intanto, a 25 anni dalla scomparsa, il settimanale Oggi ha pubblicato un’intervista del settembre 1991, rimasta inedita, vergata a mano, con la sua calligrafia, le cancellature e le correzioni del caso: puntiglioso e severo, ci mise alcuni giorni a rispondere al giornalista Enzo Gentile. De André parlava del mercato musicale: «Per quanto riguarda le vendite non è che con “Nuvole” o “Crêuza de mä” io abbia raggiunto l’apice: dischi come “L’indiano” o come quello dal vivo con la Pfm hanno venduto molto di più, però lo hanno fatto nel tempo. Oggi pare che le tecniche di consumo siano cambiate: si fagocita un bene economico voracemente e in tempi brevi e con altrettanta fretta ci si dimentica».

Dedica alcune parole molto tenere al figlio Cristiano e a Dori Ghezzi: «Considero Cristiano un artista ormai maturo, un cantautore che malgrado le difficoltà, non ultima quella di essere un figlio d’arte, ha continuato a credere nella canzone come mezzo espressivo, non solo di valori estetici ma anche sociali e morali. Giudico il suo ultimo lavoro, per nulla pubblicizzato e sostenuto, uno dei migliori esempi di canzone d’autore dell’ultima produzione nazionale. Dori la considero tuttora un’ottima interprete ma non mi spingo a criticare la sua decisione di smettere di cantare. Intanto sono fatti suoi e poi nostra figlia non è faccenda semplice da amministrare».
 

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