La Nuova Sardegna

Il trend

Popolo di sommelier, sono in aumento le iscrizioni ai corsi per imparare a conoscere i vini

di Enrico Gaviano
Sommelier insegnanti
Sommelier insegnanti

L’associazione raggiunge 40mila soci in tutta Italia e oltre mille nell’isola

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La passione per il vino sta contagiando sempre più anche i sardi in un territorio che vanta cantine e produttori sempre più apprezzati anche a livello nazionale e internazionale. La passione non è legata semplicemente al consumo di un buon bicchiere in compagnia a casa o al ristorante. C’è di più. C’è voglia di conoscere meglio le bottiglie, di andare al di là della semplice distinzione fra vino bianco, rosso e rosé. A confermare questo trend il boom delle iscrizioni ai corsi per sommelier nell’isola.

«Sicuramente a spingere questo trend – dice il sassarese Antonio Furesi, dal 2022 presidente regionale dell’Ais, l’Associazione italiana sommelier – è stata l’uscita dal tunnel della pandemia di coronavirus che ci aveva fatto vivere quasi fossimo stati in carcere. La sensazione di libertà è servita ad avere più voglia di socializzare. E uno dei luoghi migliori per farlo è certamente la tavola. Da qui l’aumentato interesse verso il mondo del vino». L’Ais è la più anziana fra le associazioni italiane dei sommelier. È nata da mezzo secolo. Le altre sono sorte successivamente ma non vantano i numeri dell’Associazione che raggiunge 40mila soci in tutta Italia e oltre mille nell’isola.

«L’interesse è aumentato ulteriormente lo scorso anno, dopo l’estate – prosegue Furesi –. Veramente un’annata di grande richiesta. Per questo abbiamo replicato i corsi di primo livello in tutte le cinque delegazioni in cui è articolata l’associazione nel territorio della Sardegna: Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano e Olbia». È molto interessante registrare il profilo di coloro che si iscrivono. «Si potrebbe pensare – sottolinea Simona Gulli, delegato di Zona di Cagliari – che a partecipare siano persone che lavorano già nel settore, come barman, ristoratori, camerieri, maitre. Invece ci sono tanti professionisti di altri settori, medici, avvocati, ingegneri, giornalisti. E spesso sono anche i più bravi nei corsi». Corsi e seminari quasi sempre registrano il sold out. «Non riusciamo spesso a garantire il posto per tutti quelli che vogliono partecipare – aggiunge Furesi –. Seguire corsi e seminari porta a educare i consumatori che affinano le loro conoscenze. Il tutto porta poi i consumatori all’acquisto del prodotto di livello, magari più costoso ma che sicuramente regala una grande soddisfazione. Siamo in ogni caso – puntualizza il presidente regionale Ais – per un bere consapevole. Per noi è un punto fondamentale nei nostri corsi perché sottolineiamo sempre di fare attenzione non solo a cosa si beve, ma anche a quanto si beve». I corsi per sommelier sono articolati su tre livelli per un totale di 44 lezioni. Dal corso, che serve per una prima presa di contatto, al secondo in cui si allarga sempre più l’orizzonte dei vini consumati, sino al terzo, il più divertente visto che si impara a fare gli abbinamenti vino-cibi. «Non tutti – interviene Simona Gulli, delegato di Zona a Cagliari – arrivano a fare tutti e tre i corsi. Il terzo è per i veri appassionati e di certo è il più affascinante». Dopo il terzo livello si può accedere all’esame finale per diventare sommelier. Una prova difficile in cui bisogna studiare sodo, ma alla fine c’è la possibilità di poter avere una certificazione che può valere per la professione oppure semplicemente come proprio orgoglio personale. «Da lì poi c’è chi non si ferma ancora – ricorda Furesi – e prosegue diventando degustatore o anche relatore nei seminari, che sono seguitissimi. Perché magari si parla in maniera approfondita di vini spagnoli o di champagne, allargando ulteriormente le proprie conoscenze». L’Ais però non si ferma qui. «Abbiamo già avviato i corsi per sommelier della birra e sono allo studio quelli per l’olio – conclude Simona Gulli –. E anche in questo caso parliamo di grande interesse e dunque di alte richieste verso queste iniziative».

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