La Nuova Sardegna

L’intervista

Valerio Scanu: «Oggi non ti perdonano gli errori, ma io ho scelto di essere un musicante libero»

di Alessandro Pirina
Valerio Scanu: «Oggi non ti perdonano gli errori, ma io ho scelto di essere un musicante libero»

Il cantante maddalenino tra caso Sangiovanni, carriera e nuovo singolo

20 febbraio 2024
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Il successo lo ha travolto a 18 anni. Prima Amici, subito dopo è arrivato il trionfo a Sanremo. Uno tsunami di popolarità, insomma, a cui poi negli anni sono seguiti inciampi e risalite. Come spesso accade nelle carriere degli artisti. Oggi Valerio Scanu di anni ne ha 33, i bagni di folla sono un ricordo del passato, ma lui continua a fare quello che sa fare, il cantante.

Sangiovanni non sta bene e ha deciso di prendersi una pausa dalle scene. Che idea si è fatto di questa scelta?

«La persona deve sempre venire prima dell’artista. Quando uno non sta bene deve prima pensare a se stesso, per poi rimettersi in gioco. Questo accade nella musica, come in tutti gli altri lavori. La musica deve essere di supporto al benessere».

A determinare simili decisioni possono essere anche scelte artistiche sbagliate?

«Non conosco bene il percorso di Sangiovanni. Non ho condiviso alcune scelte azzardate fatte all’ultimo Sanremo, tipo presentare come cover la sua canzone di due anni fa. Ma gli errori si fanno, anche io a livello discografico ne ho commessi, però si deve andare avanti. Anche se oggi non te li perdonano...».

A lei è capitato?

«Dopo il primo Sanremo che ho vinto ne ho fatto anche un secondo, ma ancora la gente dice che dopo il primo non ho fatto più niente. Ma non è che se uno non va ogni settimana ospite a Mediaset significa che non canta più. È che oggi per le fanbase di ragazzini io sono vecchio. O forse lo ero già prima. Ecco perché ho deciso di lasciare le major e autoprodurmi».

Come ha affrontato il grande successo di Amici?

«Sono sempre rimasto con i piedi per terra, anche se di primo acchito posso sembrare uno che se la tira. Ho sempre mantenuto la mia genuinità, mai vizi e stravizi, zero giri strani».

Si è mai sentito un prodotto delle case discografiche?

«Prima di sentirmi tale ho deciso di autoprodurmi. Non ho dato loro il tempo di farmi spremere. E così posso continuare a fare quello che voglio, prendendomi la responsabilità dei miei sbagli. I dischi me li pago io, i concerti me li produco io. A differenza del 90 per cento dei miei colleghi sono un musicante libero, non devo chiedere permessi a nessuno».

Si è mai pentito?

«Io ho sempre fatto musica, con Amici ero semplicemente arrivato al grande pubblico, non ero uno scappato di casa che cantava in tv: ho iniziato a fare pianobar a 10 anni. Se dovessi abbassare il sipario continuerò a campare di musica. Che lo faccia a Sanremo o a Santa Teresa di Gallura».

Ha mai avuto paura che la sua carriera fosse finita?

«Per il successo si fatica tanto, calare è un attimo. Ma non ho mai pensato fosse finita».

E ha appena pubblicato il suo nuovo singolo, “Presente”.

«Sarà l’apripista di un album che sto preparando da tempo. È un brano coerente con quello che sono sempre stato e sarò. Un pop melodico riadattato al 2024. E parlo di un’esperienza vissuta. È un inno all’amore tra un padre e un figlio, un richiamo a quelle che sono le indicazioni di educazione date un genitore che a un certo punto ci lascia. Noi siamo il frutto di quei sentimenti».

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