La Nuova Sardegna

Pasqua

Marcello Fois sale sul pulpito, commenterà S’Iscravamentu

di Dario Budroni
Marcello Fois sale sul pulpito, commenterà S’Iscravamentu

Olbia, i riti della settimana santa aprono le porte ai laici

18 marzo 2024
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La luce debole della chiesa avvolge i ritmi e i movimenti di un rito che arriva dritto dal passato. La deposizione dalla croce, le fiaccole tra i vicoli del centro storico, le tuniche bianche dei confratelli in processione: S’Iscravamentu è da sempre il momento più suggestivo della settimana santa. E a Olbia, per la seconda volta nella storia, sarà un laico a commentare la passione e la morte di Cristo la sera del venerdì santo. Dopo l’antropologo Bachisio Bandinu nel 2017, stavolta sarà lo scrittore nuorese Marcello Fois a salire sul pulpito della chiesa di San Paolo. Don Gianni Satta, parroco di quella che fino agli anni Cinquanta era l’unica parrocchia olbiese, lo ha appena annunciato a messa. Una parrocchia oggi un po’ in crisi, per via dello spopolamento del centro storico, ma che continua a farsi portatrice dei riti più antichi aprendosi anche al mondo della cultura.

Fois sul pulpito Il commento della passione di Cristo è sempre toccato agli uomini di chiesa. Da qualche tempo, però, don Gianni Satta ha pensato di andare oltre. E quindi Marcello Fois, che, la sera del 29 marzo nella chiesa di San Paolo, commenterà S’Iscravamentu in sardo. «Il sardo è la lingua materna – spiega il parroco di San Paolo, antica chiesa che sorge sui resti di un tempio prima punico e poi romano –. E la lingua materna è il metro di misura di tutti i linguaggi. Solo quando la si possiede si può entrare in contatto con tutte le lingue. Detto questo, voglio specificare che la nostra è naturalmente una proposta ecclesiale ma anche culturale. Un momento che coinvolge tutti i cittadini, non solo i fedeli. Viviamo sempre una partecipazione piena anche da parte dei non praticanti e dei non credenti. Per questo, per la seconda volta, abbiamo voluto coinvolgere un laico. Marcello Fois è una persona di grande spessore culturale e la sua partecipazione arricchirà il contenuto del messaggio. Credo che l’aspetto laicale sia fresco e originale, rispetto magari a quello un po’ più tecnico degli addetti ai lavori. Ho avuto modo di parlare con Fois e ho subito notato che, come era accaduto con Bandinu, sente molto l’importanza del momento. C’è emozione». E poi, naturalmente, c’è un messaggio ben preciso da diffondere la sera del venerdì santo. «È il messaggio del crocifisso: è universale e riguarda tutti noi» dice il parroco. Stavolta il commento sarà dunque in sardo. Così come accaduto quasi sempre in passato, ma dando spazio anche alle diverse varianti. Di recente, però, dal pulpito di San Paolo si è parlato anche in gallurese con don Paolo Pala e con don Raimondo Satta, fratello di don Gianni e storico parroco di Stella Maris a Porto Cervo, scomparso neanche due anni fa.

La settimana santa Le celebrazioni prenderanno il via il 24 marzo, domenica delle palme, e termineranno il giorno di Pasqua con S’Incontru, nella piazza centrale di Olbia. Il rito de S’Iscravamentu, cioè lo schiodamento di Gesù Cristo dalla croce, comincerà alle 21. Un rito antico, di origine spagnola, che sarà come sempre animato dalla confraternita Santa Croce, presente in città dal 1502. Si comincerà con il racconto, poi la deposizione dalla croce e infine la processione del Cristo morto nelle strade del centro storico. I canti in chiesa saranno fidati al coro Olbia folk ensemble. I riti della settimana santa sono come sempre sostenuti dall’amministrazione comunale.
 

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