Cristiano De Andrè: «Mio padre aveva ragione. La vita in Sardegna è la migliore»
Al lavoro sul nuovo disco: «Sto nella prima casa costruita da Faber nell’isola. Sto scrivendo tutto quello che mi passa per la testa»
Dopo il successo delle prime date del suo tour 2025, Cristiano De Andrè si concede una tregua in Sardegna. Ma più che una pausa è un ritorno a casa, alle sue radici. «Sto scrivendo canzoni» dice, lasciando intuire che il lavoro non si ferma mai davvero. Trasferitosi in Gallura, da un po’ e lontano da Milano, torna in concerto nell’isola il 31 luglio all’Anfiteatro Maria Pia di Alghero, per una data attesa e speciale organizzata da Le ragazze terribili in collaborazione con Shining e inserito nel cartellone di Abbabula 2025. Il primo agosto il tour toccherà anche Riola Sardo e il giorno dopo Lanusei.
Come si sta trovando a vivere nell’isola?
«Benissimo, come diceva mio padre “La vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi”. La Sardegna ti placa e si vive bene nel vero senso della parola, lontano dalla frenesia di Milano e delle grandi città. C’è una dimensione di vita più umana. Vivo nella prima casa che ha costruito mio padre in Sardegna, è il mio tempio».
Sta rifiatando qui in Sardegna...
«Sì assolutamente, è un po’ un mio rifugio. Ci vivo da un bel po’ e ci venivo a stare fin da piccolo. Anche quando vivevo a Milano tornare qui mi faceva bene. Questo tra l’altro è il posto migliore dove poter scriver e musica e canzoni».
Quindi possiamo aspettarci un nuovo disco?
«Sì, sto lavorando su un disco nuovo. È un disco di canzoni che non so se avranno un filo logico tra di loro o se sarà un concept album. Fatto sta che sto scrivendo tutto quello che mi passa per la testa, alcuni pezzi sono molto diversi tra di loro. Poi lo presenterò a Sanremo, sempre se Carlo Conti vorrà».
A proposito di Sanremo, lei è salito sul palco con Bresh con la cover di Creuza de mä, ha saputo che è diventata virale sui social network?
«È bellissimo che i giovani si avvicinino a Faber, e anche dai concerti ho notato che sono sempre tantissimi. Probabilmente trovano in lui delle risposte a delle domande esistenziali che tutti quanti ci siamo fatti quando eravamo più piccoli. Faber fa bene all’anima, fa sentire meno soli».
Il nuovo tour è praticamente un best of delle canzoni di Fabrizio, che lavoro avete fatto per prepararlo?
«Sì ma non siamo una cover band, abbiamo riarrangiato tutti i brani, anche alcuni dei suoi preferiti che ho visto nascere in diretta. Alcuni voleva che li riproponessi, era un po’ un suo desiderio, anche se mi ha sempre lasciato molto libero, molti di questi li sento particolarmente miei».
Cosa prova nel suonare le canzoni di suo padre?
«Non mi stanca mai né suonarle e né cantarle, e la cosa divertente è che ogni volta scopro sempre qualcosa di nuovo. Scriveva talmente “alto” che ogni tanto scopro, tra le parole di mio padre, un significato che magari era tra le righe».
Lo sente ancora vicino a lei?
«Assolutamente sì, lo sento sul palco e lo sento vicino a me tutti i giorni».