Johnson Righeira: «Vamos a la playa… di Ottiolu. In Sardegna sento il respiro di un popolo»
La rinascita dell’artista torinese che ha trovato nel litorale di Budoni il suo buen retiro
I Righeira e una hit mai passata di moda. Il duo, con Stefano per tanti anni c’era il suo amico e compagno di scuola Johnson, hanno scalato le classifiche nel 1983 con il loro primo grande successo, Vamos a la playa, diventato un simbolo delle estati di quel periodo. Un successo globale che ha superato 3 milioni di copie. Dopo un periodo di alti e bassi, il duo si è poi sciolto, ma i loro tormentoni estivi sono rimasti nella memoria del pubblico.
Ma da alcuni anni Stefano Righeira che sta attraversando una nuova fase di rinascita artistica approda nel litorale di Budoni, Porto Ottiolu per l’esattezza. Qui ha trovato il suo buen ritiro per trascorrere almeno tre settimane di relax. Sole, mare e ovviamente per uno che non rinnega il passato: in compagnia o spesso anche da solo, l’imperativo è sempre vamos a la playa. Anche qui nella costa est, appena sopra il Golfo di Orosei, non si sbaglia. Ovunque bellissime e ora in questo inizio di autunno anche più apprezzabili senza la calca e la confusione dei mesi estivi.
«La prima volta in Sardegna nel 1986, poi mi capitava di venire spesso per lavoro d’estate. Ora non riesco a farne più a meno. Soprattutto qua a Ottiolu ho trovato la mia dimensione. C’è tutto quello che mi serve. La familiarità della gente che ormai mi conosce e con cui si scambiano due chiacchiere e poi il mare. Mi ricarica come nient’altro», dice Stefano Righeira. «Mio padre era di Piombino. l'acqua lì non è certo non paragonabile ai colori che ci sono qua. Inoltre – aggiunge – in Sardegna sento il respiro di un popolo. Aspetti culturali e identitarie che voglio approfondire volta per volta. Quest’anno per esempio ho avuto un incontro ravvicinato con i mamuthones, una sensazione bellissima».
Subito dopo l’artista racconta cosa ha significato quel successo planetario del 1983. «Quando l'ho scritta vivevo a Torino, la mia città, avevo 21, quando è uscita ne avevo 22 e mezzo. Ovviamente ci ha cambiato la vita mettendoci dentro un frullatore che andava velocissimo. Saltavamo da un aereo all'altro per l'Europa», rievoca Righeira che racconta contaminazioni punk e l’amicizia e l’influenza con gli Skiantos e il rock demenziale in voga in quegli anni. «Periodo bellissimo e amicizie belle e importanti. Di collaborazioni e creatività», rimarca. «Quello di “Vamos alla playa” era un testo sarcastico. Si viveva un clima da guerra fredda ed esprimeva la nostra paura ma anche il desiderio di leggerezza», sottolinea.
Poi un accenno alla difficoltà di confermarsi ad alti livelli. «Succede che abbiamo fatto gli altri pezzi che poi non hanno avuto lo stesso successo. Mi sono sempre interessato di musica, ho fatto il deejay e così ho cominciato a seguire molto il mondo delle discoteche», spiega. «Da qualche tempo sto vivendo una nuova fase. È stato ospite a Sanremo ha cantato con Jovanotti e altri artisti. «Potrei tornarci a breve da protagonista. Me lo auguro. Ma va bene così. Ho trovato la mia dimensione. Vivo in campagna vicino a Torino. Produco un mio vino e complice le parentesi sarda ho conosciuto la pompia e mi vanto di produrre un liquore squisito di questo agrume così sardo e identitario in Piemonte».