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Il concorso

“Verso il centenario” del Nobel, torna il Premio letterario “Grazia Deledda”

di Luciano Piras

	Grazia Deledda e (nel riquadro) Gustavo Zagrebelsky
Grazia Deledda e (nel riquadro) Gustavo Zagrebelsky

Nuoro, Gustavo Zagrebelsky presidente. Nel 2026 le celebrazioni per l’anniversario dell’assegnazione del riconoscimento

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Nuoro «Il Premio letterario “Grazia Deledda” rappresenta un’occasione formidabile per riannodare i fili che legano la produzione del Nobel nuorese, e la sua straordinaria eredità, al presente». Il sindaco di Nuoro, Emiliano Fenu, annuncia che è proprio su «questo solco che si muoverà l’amministrazione comunale in occasione del centenario del prestigioso riconoscimento alla scrittrice, nel 2026. Siamo consapevoli – spiega Fenu – che, per celebrare nel migliore dei modi la sua figura, occorra costruire occasioni di confronto e crescita, attingendo dal suo incredibile lascito culturale». Un’occasione per Nuoro, la città natale dell’unica donna italiana finora insignita del Nobel per la Letteratura. Un’occasione che ha già messo in moto la macchina organizzativa della nuova edizione del Premio letterario “Grazia Deledda”, “Verso il centenario”, appunto.

Pubblicati i bandi delle tre sezioni previste, la presidenza è di nuovo del professor Gustavo Zagrebelsky, presidente emerito della Corte costituzionale. Narrativa nazionale, saggistica nazionale e Studi deleddiani: queste le tre articolazioni del Premio, riservate a opere edite in data non anteriore al 1 gennaio 2024 e che perverranno alla segreteria della Fondazione “Premio letterario Grazia Deledda” entro il prossimo 26 novembre (tutte le info sul sito internet www.fondazionepremioletterariograziadeledda.it).

“La Nuova Sardegna” è media partner dell’evento, con il direttore del quotidiano Luciano Tancredi nella giuria della sezione “Narrativa”. «Un ruolo che ho accettato con entusiasmo – dice –. Anche a conferma della presenza capillare della “Nuova” nel territorio. Un impegno importante, il nostro, in un Premio di così alta caratura nazionale, e non solo, come è il “Premio letterario Grazia Deledda”, soprattutto ora che bussa alle porte il centenario dell’assegnazione del Nobel». A presiedere la sezione “Narrativa” è l’italianista Aldo Maria Morace, professore di Letteratura italiana (Università di Sassari). «Molti si chiederanno: ha senso un Premio Deledda in chiusura d’anno? – interroga Morace – La risposta non può che essere positiva, del tutto positiva» sottolinea. «Perché è una simbolica apertura dell’anno deleddiano – spiega ancora l’accademico –, quello che saluterà il centenario del Premio Nobel, con tutte le manifestazioni culturali che lo celebreranno. Perché ogni evento che nasce nel nome della Deledda ha nella sua figura ogni ragione possibile per essere realizzato».

«L’edizione 2025 del Premio “Grazia Deledda” – ribadisce Attilio Mastino, presidente della sezione “Saggistica” – cade nel centenario del Nobel e pone nuovamente Nuoro e la Sardegna al centro di una riflessione internazionale sulla letteratura, in particolare femminile, dei giovani di successo, di autori di talento che hanno molto da insegnarci, con lo scopo di aprire le finestre e far entrare aria nuova, per contribuire a stimolare lo sviluppo di saperi alternativi, per incoraggiare un impegno volto a cambiare la società in profondità, anche nei momenti terribili che stiamo vivendo – va avanti lo storico, epigrafista, rettore emerito dell’Università di Sassari –: una cultura aperta, positiva, di pace, critica, non convenzionale, capace di leggere il mondo con strumenti rinnovati».

Uno sguardo moderno che parte sempre e comunque da Nuoro, dove il Premio è nato nel 1952, primo presidente il poeta Marino Moretti (amico dell’autrice di “Canne al vento”). Cresciuto nel tempo, il Premio è stato poi rilanciato negli anni Duemila, con Andrea Camilleri presidente.

«Per Grazia Deledda il “primitivo” stava in Sardegna, nella sua Barbagia, condizione primigenia dell’essere, luogo dell’esistenza assoluta – conferma Dino Manca, filologo dell’Università di Sassari, presidente della sezione “Studi deleddiani” del Premio –. Il paesaggio si traduce nella sua scrittura in dimensione dell’anima, testo-cultura, universo percettivo e simbolico – aggiunge ancora il professore –. Il segreto e la forza della sua narrativa stanno proprio in questa stratificata rappresentazione dell’automodello sardo, nella proiezione simbolica di un universale concreto: l’isola intesa come luogo mitico e come archetipo di tutti i luoghi».

«È il Premio della vigilia, che segna una nuova tappa di un percorso lungo oltre 70 anni – chiude Antonio Rojch, presidente della Fondazione “Premio letterario Grazia Deledda” –. Un Premio che prepara il centenario del Nobel, con protagonisti d’eccezione, proiettati in una dimensione nazionale e internazionale, come lo scorso anno che ha visto la partecipazione del Premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi».

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