La Nuova Sardegna

Sa die de sa Sardigna, Solinas: «Giornata di festa e occasione per superare le differenze»

Sa die de sa Sardigna, Solinas: «Giornata di festa e occasione per superare le differenze»






Cagliari Due date, per Sa die de sa Sardinia: 28 aprile 1794, 230 anni fa, e 14 settembre 1993, trent’anni fa. La prima è il giorno dell’insurrezione del Popolo sardo contro gli oppressori piemontesi e i potentati locali. La seconda, invece, è il giorno in cui l’Assemblea regionale ha approvato la legge che istituisce “Sa Die”. Ma più che del passato, a parte le rappresentazioni storiche, è del futuro che tutti hanno voluto parlare nell’aula del Consiglio. Dai due presidenti, Michele Pais e Christian Solinas, ai capigruppo di maggioranza e opposizione. Ciascuno, seppure con diverse sfumature, ha ribadito che “L’autonomia della Sardegna è ancora un’incompiuta, nonostante siano trascorsi 75 anni dallo Statuto. Per Pais: “Oggi il dibattito che si è aperto sul regionalismo differenziato, la cosiddetta riforma Calderoli, può e deve rappresentare un’occasione di rilancio della nostra Autonomia e soprattutto della nostra specialità. Siamo consapevoli che la tirannide da sconfiggere ora è rappresentata dalla arretratezza delle infrastrutture materiali e digitali e da tutti quei fattori che impediscono lo sviluppo, creano povertà o impediscono la piena espressione delle potenzialità culturali di cui la nostra terra è ricca. Ora, i sardi, devono pretendere interventi sistematici, inseriti in un piano strategico, affinché il principio di insularità trasformi “l’essere isola” in opportunità”. Per Solinas, che andato via subito dopo il discorso in aula: "Oggi la società sarda propone domande nuove al Governo e all’Europa, ma il livello di confronto è con le istituzioni, per rivendicare quei diritti che finalmente ci mettano alla pari con le altre Regioni: continuità territoriale, sanità, autonomia”. Però dalle opposizioni non sono mancate le critiche sugli ultimi passaggi a vuoto della maggioranza di centrodestra: “In sei mesi il Consiglio ha approvato una sola legge, la Finanziaria, poi nient’altro, lasciando la Sardegna in un mare di problemi irrisolti”, hanno detto Francesco Agus, Progressisti, Valter Piscedda, Pd, Eugenio Lai, Europa-Verdi, e Alessandro Solinas, M5s. Infine, sempre nell’aula del Consiglio, l’inno ufficiale della Sardegna, Procura ‘e moderare, le letture storiche degli attori, e le esecuzione dei gruppi musicali ”Zeppara” di Sassari, “Gabriel” di Tempio, San Carlo Borromeo di Carloforte, “Polifonico” di Alghero, Cantus et fidis, “Lo Fruntoni” e della cantante Maria Giovanna Cherchi. (video Mario Rosas)

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