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L’arma dei social: la propaganda come strumento di persuasione di massa

di Christian Martin Pileri*
L’arma dei social: la propaganda come strumento di persuasione di massa<br type="_moz" />

Oggi la velocità dei mezzi di diffusione di certe “notizie” non fa altro che aumentare la radicalizzazione delle posizioni

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L’umanità non è nuova alla pratica della propaganda, fin da quando si hanno documenti scritti si possono ritrovare vari esempi.

Alcuni esempi celebri di questa pratica li possiamo ritrovare per esempio nel V secolo a.C durante la guerra del Peloponneso, dove gli ateniesi cercarono di dipingere gli spartani come un popolo antidemocratico completamente contrario al popoli ateniese, dimostrando come la narrazione di un conflitto potesse essere orientata per alimentare divisioni ideologiche e giustificare azioni politiche. Durante il secolo scorso abbiamo invece molteplici esempi di propaganda anche a causa delle due guerre mondiali.

Celebri sono, la spedizione notturna e solitaria di Gabriele D’Annunzio, che in una notte raggiunse Vienna, cuore centrale dell’impero austro-ungarico cercando per l’appunto di fare una dimostrazione simbolica di superiorità morale. Mentre gli anni 30 del secolo scorso è stata fondamentale la propaganda di Hitler nei confronti degli ebrei per cercare di portare agli estremi un antisemitismo già presente nel popolo tedesco e non solo, dell’epoca. Questi esempi storici dimostrano come la propaganda si sia sempre adattata ai mezzi di comunicazione dell’epoca, come giornali, radio, cinema, televisione e negli ultimi anni i social media. Difatti non è raro incappare negli ultimi tempi in post di propaganda politica, sono proprio questi post che aiutano e portano avanti il pensiero politico di un partito di appartenenza molte volte estremizzando o mostrando dati non veritieri per cercare di manipolare le masse a proprio piacimento.

Altra pratica collegata alla propaganda è la polarizzazione del mezzo di informazione, se social come Youtube (Google), Instagram(Meta), Facebook(Meta) e/o il neonato TikTok (ByteDance) cercano di rimanere il più neutrali possibili in politica dando pari opportunità attraverso l’algoritmo emblematico è invece il caso opposto di X (ex twitter) sotto la guida di Elon Musk, la piattaforma ha spesso dato spazio a post e community di stampo conservatore, alimentando una percezione di parzialità.

La polarizzazione nei mezzi di informazione ha conseguenze profonde: da un lato, frammenta il dibattito pubblico; dall’altro, mina la fiducia nelle istituzioni e nei media stessi. La velocità con cui i social media diffondono contenuti manipolati rende difficile distinguere la realtà dalla propaganda, aumentando la radicalizzazione delle posizioni.

*Christian Martin studia al liceo Mossa di Olbia
 

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