Bufera su Sinner per il “no” alla Coppa Davis: dal post di Bruno Vespa al Codacons che chiede il ritiro delle onorificenze
Critici anche i campioni della racchetta Pietrangeli e Panatta: «Schiaffo allo sport italiano», Binaghi lo difende: «Scelta che comprendiamo, anche se dolorosa»
Jannik Sinner ha comunicato la sua decisione di non partecipare alle Finali della Coppa Davis 2025, in programma a novembre a Bologna. Una scelta motivata dalla necessità di recuperare dopo una stagione intensa e di prepararsi al meglio per il 2026. Ma le reazioni non si sono fatte attendere, trasformando la decisione in un caso nazionale.
Il capitano della nazionale Filippo Volandri ha confermato che il tennista «non ha dato la disponibilità», e in questi giorni sono partite le critiche. Nicola Pietrangeli si è fatto trovare come sempre pronto: ha parlato di «schiaffo allo sport italiano», ma a prendersi la scena nelle ultime ore è decisamente il post su X di Bruno Vespa, che sembra un meme ma è realtà: «Perché un italiano dovrebbe tifare per Sinner? Parla tedesco (giusto, è la sua lingua madre), risiede a Montecarlo, si rifiuta di giocare per la nazionale. Onore ad Alvarez (intendeva dire Alcaraz, ndr) che gioca la Coppa Davis con la sua Spagna».
Enrico Mentana poche ore dopo gli risponde tra le righe con un post su Facebook «Non fa la Davis, è di madrelingua tedesca, paga le tasse a Montecarlo, gioca solo i tornei più lucrosi, si presta a mille pubblicità, il Codacons vuole che gli vengano ritirate tutte le onorificenze... Ma se tra i giovanissimi il tennis sta soppiantando il calcio è per effetto suo, dello Jannik Sinner che il mondo ci invidia».
A intervenire con toni ancora più duri è stato il Codacons, che ha chiesto pubblicamente il ritiro di tutte le onorificenze istituzionali conferite a Sinner, definendo la sua decisione «un’offesa all’Italia e ai tifosi». L'associazione ha citato, tra le altre, la nomina ad ambasciatore dello sport da parte della Farnesina, il Collare d’Oro del Coni e la cittadinanza onoraria del Comune di Torino. «Non si può essere rappresentanti dell’Italia nel mondo quando c’è da ritirare riconoscimenti ufficiali, per poi fare scelte sportive che vanno nella direzione diametralmente opposta», così la bacchettata dell’associazione presieduta da Carlo Rienzi, ormai nota per le polemiche mediatiche: la guerra (e poi la pace) con Fedez ha fatto la storia del web recente.
A correre in soccorso di Sinner, reduce dal trionfo a peso d’oro nella Six Kings Slam in Arabia Saudita, è il presidente della Fitp, Angelo Binaghi, che sulla questione ha detto: «Comprendiamo e rispettiamo la decisione di Jannik – pur non nascondendo il dispiacere – per noi comunque molto dolorosa».
Sempre buono nei confronti del tennista altoatesino, stavolta storce il naso pure il campione Adriano Panatta: «Io alla Davis non avrei mai rinunciato, e se qualcuno della squadra l'avesse fatto, sarebbero stati i compagni e il capitano, prima ancora della federazione, a chiedere spiegazioni nel modo più duro possibile. Ma non è mai successo».
Sinner ha ribadito che si è trattato di una decisione professionale, condivisa con il suo team, e nel pieno rispetto dei regolamenti, che non impongono la partecipazione alla Davis. Ma la vicenda ha ormai superato i confini sportivi, toccando temi di identità, senso del dovere e aspettative pubbliche verso un campione sempre più esposto. E verso il quale non mancano mai le critiche proprio dai tifosi di casa. Lo sa bene anche mamma Siglinde, che pare in queste ore abbia reagito male per la violenza delle reazioni verso il numero 2 al mondo che né lei né la famiglia si aspettavano.