La Nuova Sardegna

Alghero

Bracconieri in azione nell’oasi protetta, abbattuto un daino ad Alghero

di Gianni Olandi
Bracconieri in azione nell’oasi protetta, abbattuto un daino ad Alghero

L’animale è stato colpito al fianco e trapassato dal proiettile. Prima di morire ha corso per 500 metri

10 gennaio 2014
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ALGHERO. Non era mai successo che i daini fossero bersagli per i bracconieri. Questo animale bellissimo ha sempre goduto di una sorta di “immunità”, le virgolette sono necessarie, anche da parte dei più convinti cacciatori. Chissà, forse per il ricordo infantile delle straordinarie e tenere storie di Bambi, l'animale è stato, quasi sempre, rispettato. Ebbene, sembra che questa sorta di benevolenza, sia venuta a cessare.

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A Guardia Grande, in una zona fino all’anno scorso terreno libero per la caccia ma da quest’anno zona di assoluto divieto in quanto oasi di protezione, è stato abbattuto con una fucilata un grosso daino. L'episodio è si è verificato in una giornata di normale apertura alla caccia e l’autore del grave gesto, ha probabilmente calcolato che la fucilata si sarebbe confusa con i numerosi e frequenti spari diffusi nelle zone adiacenti libere alla caccia.

L’animale, un bellissimo esemplare maschio di daino, nome scientifico Dama dama, aveva sconfinato, come sempre più spesso accade, dall’adiacente località di Prigionette, parco terrestre della riserva faunistica di Porto Conte dove vive protetta una numerosa comunità. Sconfinare vuol dire ricerca di cibo.

Il personale della Stazione Forestale di Alghero, in collaborazione con gli uomini della Base Navale sempre del Corpo Forestale, sono intervenuti sul posto alcuni minuti dopo la segnalazione dell'episodio.

Da una prima ricostruzione della dinamica, secondo i forestali, chi ha sparato lo ha fatto fatto da una macchia di cespugli che, sottovento, gli ha permesso di giungere a breve distanza dall’animale e puntarlo mentre pascolava su una striscia di terra erbosa.

Il daino, colpito a morte sul fianco, ha avuto la forza di tentare la fuga raggiungendo un adiacente terreno arato di proprietà di un privato dove per le gravi emorragie interne causate dal proiettile che lo ha passato da parte a parte, si è arreso ed è morto. Una pista seguita dai Forestali è che l'uccisione del daino sia riconducibile alla attività di bracconaggio.

Ma non viene trascurata l'ipotesi che qualche agricoltore della zona abbia voluto eliminare una fonte di danni per le colture : i daini entrano nei poderi per brucare ogni vegetale, causando perdite e distruzioni agli orti e ai seminativi. Ma è anche possibile il gesto di un cacciatore rimasto senza preda dopo la battuta al cinghiale che, avvistato il daino, decideva di portare a casa il trofeo.

Le indagini dei Forestali si muovono a tutto campo, si stanno raccogliendo numerose testimonianze ed elementi ritenuti “utili” per risalire all’autore del l'episodio di bracconaggio.

La comunità dei daini nella riserva faunistica della Baia delle Ninfe è in continua crescita, è facile imbattersi su branchi che fuoriuscendo dall’oasi pascolano vicino alle strade per Capo Caccia o per Porto Ferro.

E' anche vero che questa pacifica «invasione» è stata occasione per incidenti stradali e sempre a causa dell'alta velocità degli automobilisti che non tengono conto dei limiti segnalati dai cartelli stradali delle bande sonore , persuasori per moderare la velocità, presenti numerosi in quella rete viaria a ridosso dell'area protetta.

I daini con incredibili salti di diversi metri sono in grado di superare ogni sorta di ostacolo o recinzione. Vale la pena di ricordare che per i responsabili delle uccisioni di daini le sanzioni previste dalla legge sono piuttosto serie: l’arresto fino a sei mesi oltre a pesanti sanzioni amministrative compreso il ritiro del porto d’armi.

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