La Nuova Sardegna

Alghero

nuova denuncia penale a maria pia

I vigili gli rimuovono la rete: «È violazione di proprietà»

di Luigi Soriga
I vigili gli rimuovono la rete: «È violazione di proprietà»

Antonino Porta contro il Comune: quel terreno è mio per usucapione e lo dice anche una sentenza del Tribunale

02 ottobre 2014
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ALGHERO. Il Comune cerca di salvare il salvabile a Maria Pia e prova a fare la voce grossa con i privati che intendono acquistare per usucapione i terreni pubblici. Ma finora il braccio di ferro non sembra aver sortito grossi effetti, e il comandante dei vigili urbani ha già collezionato due denunce penali. La prima, nei giorni scorsi da parte del signor Angelo Dinapoli: gli agenti della municipale avevano rimosso la recinzione del terreno da lui occupato sulla litoranea di Maria Pia e sono stati denunciati per furto. Ora a rivolgersi alla Procura è un altro proprietario: si tratta di Antonino Porta, e sembrerebbe avere le carte in regola per far valere la sua proprietà dal momento che è stato il giudice stesso, con una sentenza inappellabile del giugno del 2013, a sancirla ufficialmente. La procedura è sempre la stessa, cioè usucapione per aver utilizzato in maniera continuativa decine di ettari di terreno dal 1963 in poi. E visto che carta canta, Antonino Porta aveva marcato il suo territorio delimitandolo con una rete metallica e con degli eloquenti cartelli di proprietà privata. I vigili urbani la settimana scorsa hanno rimosso la recinzione e gli avvisi, e il signor Porta è andato dritto dai carabinieri: questa volta il reato contestato a Guido Calzia è violazione di proprietà privata. Il sindaco Mario Bruno, nonostante la strada giudiziaria sia tutta in salita, non ha perso le speranze di riconquistare dei pezzi terra. L’allora primo cittadino Stefano Lubrano, quando il tribunale emise la sentenza sfavorevole al Comune e attribuì la proprietà di oltre 16 ettari al signor Porta, ha avuto 8 mesi di tempo per ricorrere in appello. Ma l’amministrazione, così come le precedenti giunte che si sono alternate da trent’anni a questa parte, ancora una volta è rimasta lì a guardare. Così Maria Pia, come ai tempi delle chiudende, si è trasformata in un mosaico di appezzamenti passati di mano ad agricoltori e pastori. I quali non hanno rubato nulla, è bene precisarlo, ma stanno esercitando un diritto sancito dalla legge. E stanno godendo del gentile omaggio di tanti sindaci distratti. Ora il tentativo estremo di Mario Bruno e del suo ufficio legale è quello di chiedere una correzione della sentenza perché il tribunale non avrebbe ravvisato un errore cartografico. Problemi di frazionamento dei terreni, e confusione nei fogli e nei mappali. Così nelle terre usucapite da Porta ci sono finiti il campo di calcio, l’anello di atletica, la scuola d’arte e i parcheggi. Abbaglio macroscopico, sostiene il Comune. E’ tutto in regola e nei miei possedimenti, ribadisce il nuovo proprietario.

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