La Nuova Sardegna

Alghero

Alghero, buca le falesie di Capo Caccia per fissare la fune: equilibrista denunciato

di Sergio Ortu
Alghero, buca le falesie di Capo Caccia per fissare la fune: equilibrista denunciato

Il giovane ha passeggiato sospeso a 100 metri di altezza e ha postato il film dell’impresa sul proprio blog. Quelle immagini costituiscono la “prova del reato”

21 novembre 2015
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SASSARI. È costato caro ad un turista marchigiano l'esercizio della sua passione per lo sport dello slacklining. Questo esercizio di equilibrio e bilanciamento estremo prevede di camminare su una fune elastica sospesa nel vuoto che gli highliner, amanti delle grandi altezze, tendono tra picchi e pareti rocciose o, come in questo caso, tra le falesie a oltre cento metri a strapiombo sul mare.

Il turista infatti, in compagnia di altri amici appassionati la scorsa estate, suggestionato dalle bellezze spettacolari delle falesie di Capo Caccia non ha esitato un attimo nel tendere la sua fettuccia a centinaia di metri sul livello del mare sulle rocce di fronte all’isola Foradada. Peccato però che l’area sia all'interno di un sito di interesse comunitario a tutela integrale, dentro un parco e un area marina. Il tutto è stato poi documentato, filmato e messe nella rete web.

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Una pubblicità positiva per il territorio per carità, ma il giovane appassionato non ha messo in conto che la sua pratica senza autorizzazione alcuna si svolgeva in un luogo protetto in mezzo ad habitat estremamente sensibili. E questa avventura ad alto rischio gli è costata quindi una denuncia penale da parte del Corpo Forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna.

Il personale forestale della stazione e della base navale di Alghero ha infatti contestato al giovane di avere realizzato, senza alcuna autorizzazione, diversi fori nelle falesia del promontorio per inserirvi dei cilindri di metallo ad espansione, piastrine e bulloni di ancoraggio attraverso cui tendere nel vuoto una fettuccia elastica per praticare lo slacklining. Tutti passaggi rigorosamente documentati proprio dall’autore della passeggiata (quasi) nel vuoto.

Tra le ipotesi di reato, si legge nella notizia apparsa sul sito web del Corpo Forestale, oltre quelle sanzionate dall’articolo del codice penale relativo al deterioramento di habitat in aree protette, sono state contestate le violazioni alle norme di tutela del Parco che vietano attività e opere che possono compromettere la conservazione del paesaggio e dell’ambiente naturale.

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