La Nuova Sardegna

Alghero

Stabilimenti balneari, la stagione non decolla

di Gianni Olandi
Stabilimenti balneari, la stagione non decolla

L’abbandono di Ryanair ha inciso anche sugli arrivi del turismo low cost I gestori adesso devono risolvere il problema della durata delle concessioni

10 giugno 2016
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ALGHERO. Il turismo balneare e le spiagge dorate della Riviera del Corallo, sono certamente il primo e forse più importante motivo di richiamo del turismo algherese. Lo testimonia la lunga teoria di stabilimenti che viene allestita su buona parte del litorale, dalla Speranza a Mugoni nella rada di Porto Conte.

Ma quest’anno bikini e tintarelle sembrano partire con poco entusiasmo. «È vero – conferma Fabio Fois , presidentedel sindacato Sib Balneari della Confcommercio Nord Sardegna –, abbiamo qualche difficoltà, registriano una tendenza nettamente inversa all’inizio del giugno dello scorso anno quando siamo partiti a pieno regime».

Non è il caso di parlare di crisi per ombrelloni e sdraio ma la flessione c’è stata e il calo riguarda tutte le correnti turistiche. «Abbiamo un percorso di arrivi molto lento – aggiunge Fois – sia per gli italiani sia per gli stranieri . Le ragioni possono essere tante, non certo quella del tempo che è buono per la balneazione, ma tra le cause non è da escludere quella che riguarda la fuga di Ryanair da Alghero e la consistente perdita di flussi proveniente da traffico low cost».

A tormentare gli operatori delle spiagge c’è anche un problema non di poco conto riguardante le concessioni. «Siamo preoccupati – dice il presidente della Sib – per il nostro futuro immediato. La normativa che sarà applicata se non verrà adottato il Piano dei litorali, ci costringerà ad aprire soltanto per tre mesi all’anno. A quel punto nessuna delle imprese che svolgono questo servizio sarà in grado di produrre il minimo investimento proprio per la durata troppo breve della concessione. In ogni nostra azienda ci sono 4 o 5 dipendenti stagionali, perdurando questa situazione ne soffriranno inevitabilmente anche i livelli occupazionali e non sarà certo un bel risultato».

A confermare la legittima preoccupazione degli operatori dei litorali il fatto che il Pul non è stato ancora approvato e quindi il rischio dei soli tre mesi di concessione è reale. Il rappresentante della categoria balneari sottolinea poi che quest’anno la stessa pulizia delle spiagge è stata realizzata a metà, evidenziando che neanche gli addetti agli stabilimenti balneari possono procedere per proprio conto. Il tutto per una normativa che si sta rivelando un vero e proprio rompicapo anche per le amministrazioni comunali che debbono procedere alla pulizia delle spiagge.

È il caso dell’intervento in corso di svolgimento sulla Riviera del Corallo interessato recentemente da un contenzioso interpretativo che, di fatto, ha bloccato il riordino degli arenili per la stagione balneare.

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