La Nuova Sardegna

Alghero

Usucapione, il Comune perde la causa in appello

di Gianni Olandi
Usucapione, il Comune perde la causa in appello

La famiglia Madarese ha dimostrato di aver utilizzato quell’area dal 1978 L’amministrazione aveva autorizzato l’allaccio alle reti idrica ed elettrica

01 novembre 2016
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ALGHERO. Prosegue con alterni risultati il confronto nelle aule del tribunale tra l’amministrazione comunale e coloro che - a vario titolo - hanno presentato formale richiesta di usucapione dei terreni di Maria Pia.

Un contenzioso vasto in quanto sono diversi coloro che hanno occupato quei terreni ai quali oggi è stata riconosciuta, con sentenza, la proprietà del sito che occupano avendo dimostrato che per oltre 25 anni hanno vissuto in quei luoghi senza corrispondere canoni di locazione, avere contratti a qualsivoglia titolo. Ma non solo: erano perfino intestatari a proprio nome di contratti di fornitura di luce e acqua.

In diverse situazioni invece il Comune, proprietario dell’area di Maria Pia, è riuscito a far valere le proprie ragioni rientrando in possesso delle aree. Ma non è andata così nei giorni scorsi a proposito di una superficie totale di 4 mila metri, immobile compreso, già oggetto di sentenza di usucapione da parte del tribunale di Sassari a favore di Giuseppe Madarese e Antonia Masia.

La corte d’ appello di Sassari ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso del Comune proposto contro la precedente sentenza del Tribunale che aveva dichiarato la famiglia in questione proprietari esclusivi per intervenuta usucapione .

Nel caso specifico i coniugi Madarese, che erano difesi dallo studio legale dell’avvocato Giulio Spanu, hanno abitato l’immobile sino ad oggi avendolo occupato dopo uno sfratto avvenuto nel 1978.

Poco meno di 40 anni quindi nel corso dei quali il Comune ha anche rilasciato autorizzazioni per interventi edilizi e allacci per i servizi primari.

Ma le vicende di usucapione che interessano Maria Pia in questo momento svolgono un ruolo di particolare importanza nelle ipotesi di sviluppo in ambito locale. Gli episodi debbono essere comunque inseriti in un’altra questione di natura urbanistica.

L’area infatti, già dichiarata dal vecchio piano regolatore generale “alberghiera” è tutt’ora interessata da progettualità di tipo ricettivo ed edificatorio più in generale da parte di imprenditori algheresi, la Due C del geometra Isio Camboni e il Gruppo Sofingi della famiglia Giorico. Ipotesi di insediamento che nasce ai tempi della giunta comunale guidata dal sindaco Tonino Baldino e che giunge agli imprenditori locali dopo essere sdtata rilevata dalla Europrogetti, società vicina al Ministero delle Finanze. Progettualità che ora è alla attenzione della amministrazione Bruno ma che dovrà fare i conti con una nuova parcellizzazione dell’area di Maria Pia determinata stavolta dal consolidamento di un ulteriore episodio di usucapione che va ad aggiungersi agli altri in essere.

L’intervento oggetto di un confronto operativo con l’attuale maggioranza al governo della città, e che prevede la realizzazione di alberghi di altissima qualità e di un parco urbano, il numero dei posti letto sarebbe ancora da quantificare, andrebbe a interessare quote parte di terreni che non sono più di proprietà pubblica, dell’ente locale. Determinando inevitabilmente problemi di ordine tecnico e procedurale.

Va ricordato che l’investimento in questione, almeno a livello ufficiale, costituisce l’unica iniziativa di sviluppo nel settore alberghiero visto che contiene in fase progettuale una ricettività di eccellenza in grado di determinare quel salto di qualità dell’accoglienza della Riviera del Corallo.

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