Testa d’asino mozzata per i Parpinello
Macabro e misterioso avvertimento davanti al palazzo che ospita la sede dell’azienda e le residenze
ALGHERO. Un macabro “avvertimento” che non ha un movente apparente, né un possibile mittente. È un mistero la testa d’asino lasciata davanti al cancello della sede legale dei Poderi Parpinello: una elegante palazzina antica, ben tenuta e ristrutturata, dove si trovano anche le abitazioni della famiglia Parpinello. Gente perbene, assicurano tutti in città. Persone rispettabili e benvolute, con una grande passione per il loro lavoro nel campo della viticoltura e dell’enologia, che si tramanda da tre generazioni.
Oggi i Parpinello gestiscono una cantina rinomata e apprezzata anche oltre i confini isolani. Si trova a Janna de mare, sulla Sassari-Alghero, all’uscita per il lago di Baratz, e lavora l’uva di 18 ettari di vigne. Ma niente che possa essere collegato a questa attività aiuta a indirizzare le indagini sino all’ipotetico responsabile di un gesto tanto macabro, compiuto due mattine fa in via Kennedy in pieno centro cittadino.
Appena si sono resi conto di quel messaggio recapitato a domicilio, gli abitanti della palazzina hanno contattato il commissariato di Alghero, che si trova nella stessa via e dista solo poche centinaia di metri. Gli agenti della polizia sono arrivati sul posto, hanno recintato la zona e si sono messi alla ricerca di qualsiasi indizio che possa aiutare a risolvere quello che per il momento appare come un vero e proprio giallo.
Il fatto ha lasciato incredule per prime le vittime del gesto. Vittime presunte, perché per il momento non si esclude nessun’altra ipotesi, anche se la cosa più probabile è che i destinatari di quell’avvertimento siano proprio i Parpinello.
L’asino poi abbattuto per realizzare la minaccia di stampo mafioso era stato rubato nei giorni scorsi nelle campagne di Alghero, dove viveva insieme ad altri due esemplari.
L’episodio, già al vaglio degli investigatori, verrà ora analizzato alla luce della scoperta fatta ieri mattina di fronte al cancello di via Kennedy.
Tipico del linguaggio mafioso, l’avvertimento subito dalla famiglia Parpinello non appartiene alla tradizione criminale locale. Tuttavia sono tantissime le analogie con una vicenda che risale alla fine di agosto del 2015, quando un’altra testa di asino fu lasciata di fronte al cancello di un’agenzia funebre nel quartiere della Pietraia. Anche in quel caso, il titolare dell’attività non riuscì a spiegare chi avesse motivo di rivolgergli una simile minaccia. Il fatto era accaduto in via Sardegna, di fronte alla sede della ditta di pompe funebri. Le indagini avviate subito dopo la denuncia dell’imprenditore, a distanza di quasi un anno e mezzo, non hanno portato da nessuna parte. (g.m.s.)