I Parpinello negano: non era indirizzata a noi la testa d’asino
Sale la tensione dopo la macabra minaccia e la sparatoria Ma in città, dai dati ufficiali, i reati sono in diminuzione
ALGHERO. «Non siamo noi i destinatari della macabra minaccia». La famiglia Parpinello, tramite il suo legale, l’avvocato Fabio Bruno, esclude categoricamente di avere ricevuto atti intimidatori.Un’ipotesi «priva di senso e che non corrisponde alla realtà e che sta creando notevole danno di immagine all’azienda». «Infatti – prosegue l’avvocato – l’unico dato certo è il ritrovamento nei pressi dell’abitazione della famiglia della testa mozzata. È del tutto fantasioso che si possa trattare di un avvertimento specifico in quanto nella palazzina abitano altre famiglie e la zona risulta essere in una parte centrale della via Kennedy, densamente popolata».
Ma intanto in città cresce la tensione: prima la testa d’asino mozzata che le forze dell’ordine dovranno stabilire a chi fosse indirizzata, poi la sparatoria in pieno centro in cui è rimasto ferito un giovane. È stato un giorno di ordinaria follia o la criminalità algherese sta evolvendo pericolosamente? Cosa sta succedendo nella Riviera del corallo? Mentre le forze dell’ordine e gli inquirenti sono al lavoro, la città si interroga tra lo stupore e la paura. Alghero, numeri alla mano, è una città tranquilla. Qualsiasi altra considerazione sarebbe una strumentalizzazione fuori luogo e pericolosissima. Resta il fatto che ogni tanto la città è teatro di episodi di una gravità inaudita. Proprio come il macabro messaggio recapitato tre mattine fa nella palazzina in cui si trova anche la sede legale di Poderi Parpinello, fiorente azienda vitivinicola.
Non meno grave, e non meno confuso, l’episodio che due sere fa ha avuto per protagonista un algherese di 27 anni. Il giovane è arrivato al pronto soccorso dell’ospedale civile con mezzi propri e ha dichiarato di essere stato raggiunto accidentalmente da due colpi di pistola mentre camminava per strada. Teatro del ferimento, la centralissima e frequentatissima via Gilbert Ferret, dove però nessuno si è accorto di niente: non i commercianti, non gli esercenti pubblici, non gli abitanti, non i redattori di un giornale online che ha sede proprio lì. Secondo una ricostruzione più plausibile, il ragazzo sa chi gli ha sparato, e verosimilmente stava scappando quando è stato raggiunto da un solo proiettile, che gli ha trapassato la coscia e si è incastrato nella mano. In attesa che si faccia luce, Alghero si interroga.