La Nuova Sardegna

Alghero

«Il mercato si può salvare ascoltando gli operatori»

di Gian Mario Sias
«Il mercato si può salvare ascoltando gli operatori»

Secco “no” all’ipotesi di trasformare l’ortofrutticolo in uno spazio per eventi La categoria chiede di essere sentita quando si deciderà il futuro della struttura

24 febbraio 2017
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ALGHERO. «Un consorzio degli operatori storici del mercato per far valere le ragioni di chi ha da sempre mantenuto viva la tradizione e ha salvato l’esistenza di un presidio storico dal punto di vista economico, sociale e culturale». È l’idea alla quale stanno iniziando a pensare seriamente pescivendoli e verdurai di via Cagliari. La loro convivenza dura ormai da un anno, giorno più giorno meno, e nessuna delle due parti la vive con troppo entusiasmo. Ma per riportare le cose alla situazione di dodici mesi fa - prima cioè che una plafoniera precipitasse in testa a una delle venditrici nel mercato ortofrutticolo di via Sassari e quella struttura venisse chiusa per inagibilità - hanno deciso di allearsi. Contro nessuno, ma assolutamente ostili all’idea che il vecchio mercato della frutta diventi uno spazio per eventi. E - se non proprio assolutamente - sono anche particolarmente contrari all’idea che il loro parere sia tenuto nello stesso conto dei piccoli produttori che, è la loro versione, «si alternano tra qui e altri mercatini». Ieri gli operatori si sono incontrati con l’assessore delle Attività produttive, Ornella Piras. Da quando è in carica, lavora per cercare di restituire centralità al mercato rispetto al sistema del commercio cittadino. Ma per evitare che le mosse dell’amministrazione possano provocare ulteriori effetti indesiderati, come è avvenuto in passato, usa tutta la cautela di cui è capace e si prende tutto il tempo che serve per confrontarsi con i diretti interessati e con le associazioni di categoria. Solo che nel frattempo gli operatori hanno bisogno di risposte e di soluzioni ai problemi che ogni giorno rendono sempre più difficile la loro attività. Dai parcheggi alla grandezza degli stalli, dalla presenza sotto lo stesso tetto di attività molto diverse tra loro alla regolamentazione degli spazi e del loro utilizzo, l’elenco è lungo e articolato. «È bello che il mercato sia vario, ma le esigenze sono diverse», dice Tore Ricci, voce storica dei pescivendoli di via Cagliari, sostenitore del ritorno dell’ortofrutta in via Sassari, proprio di fronte al mercato del pesce. «Vogliamo costituire un’associazione e batterci per avere un ruolo là dove si decide il futuro dei mercati», spiega. «Non capiamo perché quello spazio debba diventare un luogo aperto solo agli eventi, se proprio la sera si vogliono organizzare degli appuntamenti, siamo disponibili anche noi a farlo». All’osservazione di chi sostiene che siano troppo pochi gli operatori dell’ortofrutta per ritornare al loro posto, Ricci replica che «si potrebbe pensare all’integrazione con altre categorie merceologiche affini, come olio, formaggi o salumi». Tra i fruttivendoli, ci sono in particolare tre donne agguerritissime, pronte a fare le barricate pur di rientrare in via Sassari. «In questo spazio non possiamo rimanere ancora troppo a lungo», dice Donatella Morittu. La sensazione è che tra i commercianti storici di ortofrutta e i produttori agricoli che vendono i propri prodotti anche al mercato non ci possa essere sintonia. Questi ultimi sono contenti di lavorare in uno spazio condiviso con pesce, carne e quant'altro, gli altri proprio per niente. E poi, «che voce in capitolo possono avere delle persone che lavorano qua solo due volte alla settimana?», chiede provocatoriamente Gavina Mulas. «Noi siamo quelli che abbiamo sempre pagato e rispettato le regole, invece siamo penalizzati da questa situazione», fa eco Raffaella Morittu. Ornella Piras non canta vittoria ma prova a diffondere ottimismo e a tracciare il percorso. «Personalmente ritengo che si debba lavorare per rianimare i due mercati, ma con un ripensamento complessivo rispetto alla storica divisione tra pesce e ortofrutta», dice l'assessore. «Stiamo lavorando a una manifestazione di interesse che coinvolga tutti nel progetto di trasformazione di uno spazio centrale come il mercato - prosegue - la città è molto divisa su questo argomento, ma dobbiamo coinvolgere tutti per non fare errori».

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