La Nuova Sardegna

Alghero

Ospedale, reparti ok ma i nuovi servizi non sono stati attivati

di Gian Mario Sias
Ospedale, reparti ok ma i nuovi servizi non sono stati attivati

L’ex sindaco Marco Tedde denuncia i ritardi della Regione Il timore è che si voglia smantellare la sanità algherese

26 aprile 2017
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ALGHERO. «Nell’ospedale civile di Alghero locali e attrezzature sono pronte per ospitare il nuovo reparto di Terapia intensiva cardiologica ed endoscopica, ma i servizi non partono». Marco Tedde torna alla carica. Il vicecapogruppo di Forza Italia in consiglio regionale pressa la giunta Pigliaru e i vertici dell’Asl unica, difendendo la sanità cittadina e chiedendo che «si arresti la dequalificazione del presidio Alghero-Ozieri». L’ex sindaco denuncia che «per dotare l’ospedale di Alghero del reparto di Terapia intensiva cardiologica sono stati spesi un milione e 200mila euro». Non solo. «Altre risorse sono state investite per il nuovo ambulatorio di Endoscopia e per adeguare gli spazi delle unità di Medicina, Ostetricia, Chirurgia e Laboratorio analisi». Eppure, «a oggi il servizio di Terapia intensiva non è ancora partito e l’Endoscopia, così come il Laboratorio di analisi, si trovano in locali e spazi non adeguati e in condizioni disagiate per utenti e lavoratori», protesta l’ispiratore dell’interrogazione presentata in consiglio regionale dal gruppo di Forza Italia. Il pensiero principale è rivolto alla qualità dei servizi offerti ai cittadini. «Ma Terapia intensiva è inserita nella Rete delle urgenze cardiovascolari/infarto regionale – sottolinea Tedde – e la sua attivazione è fondamentale per il riconoscimento di Alghero-Ozieri come presidio di primo livello». Una classificazione, ricorda polemicamente, «già raggiunta da realtà molto più piccole di Alghero». Per Tedde è «ancora da chiarire perché per realtà sanitarie come San Gavino Monreale e Sulcis-Iglesiente, vicine a Cagliari e con un bacino di utenza nettamente inferiore a quello di Alghero e di Ozieri, si continui a prevedere l’inquadramento di primo livello». La polemica, neanche troppo velata, è tutta nei confronti delle scelte fatte dal governo regionale. «Grazie all’inquadramento come strutture di primo livello, a quelle realtà sanitarie la Regione assicura risorse e la presenza di tutte le discipline e specialità previste dalla classificazione – insiste – mentre ad Alghero si continuano ad assumere decisioni tese a ridimensionare e demolire pesantemente comprovate eccellenze, che servono efficientemente ed efficacemente un bacino di utenza molto ampio». L’elenco delle doglianze, secondo Marco Tedde, include anche «la retrocessione del Centro trasfusionale di Alghero a semplice emoteca, nonostante le donazioni di sangue siano cresciute del 300 per cento, sia aumentata la produzione di plasma per emoderivati e le riserve di prodotti ematici garantiscano l’autosufficienza dell’ospedale algherese e forniscano sostegno ad altre strutture sanitarie della Sardegna». Anche questa decisione, secondo l’esponente dell’opposizione, «pare ispirata poco o niente a logiche e criteri che hanno a che vedere con la salute e il benessere dei cittadini». Anzi, «porterà a una riduzione dei flussi donatori e dei quantitativi di sangue raccolti e la migrazione di pazienti verso strutture ospedaliere di altre parti d’Italia – prosegue Tedde – costringendo la Regione a spendere di più per acquistare sangue da altre Regioni».

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