La Nuova Sardegna

Alghero

Calabona, il Tar riapre il cantiere

di Gian Mario Sias

Via libera alla realizzazione degli edifici residenziali a 40 metri dal mare

02 febbraio 2018
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ALGHERO. Stop all’efficacia del provvedimento con cui il Comune aveva fermato il cantiere della MP Finance srl di Alghero per la realizzazione di edifici residenziali alti 21 metri e distanti 40 metri dalla battigia di Calabona, a poche centinaia di metri dal “Mirador Giuni Russo”. L’ha deciso il Tar Sardegna, riattizzando le polemiche innescate lo scorso novembre dall’imprenditore ed ex consigliere comunale Giancarlo Scognamillo. La concessione rilasciata dagli uffici comunali aveva dato il “la” a un vespaio, e in seguito alle proteste, da cui era stato travolto anche l’assessore comunale dell’Urbanistica, Alessandro Balzani, la dirigenza comunale aveva scelto di fare un passo indietro e di sospendere l’efficacia di qualsiasi provvedimento autorizzativo. In un primo momento dirigente e assessore del Comune di Alghero avevano spiegato che non c’era alcun ostacolo, norme alla mano, a quel via libera, sostenendo che si fossero seguite tutte le procedure previste per arrivare a quell’autorizzazione che invece aveva fatto gridare allo scandalo i titolari di altre imprese edili algheresi e, soprattutto, le associazioni ambientaliste. Era stato il Servizio regionale Tutela del paesaggio e vigilanza edilizia di Sassari a chiedere al Comune di Alghero l’adozione di un atto di annullamento in via di autotutela del provvedimento di conclusione della conferenza di servizi, che aveva autorizzato la realizzazione del palazzone sul mare. Forte delle sue ragioni, la MP Finance si era rivolta al Tribunale amministrativo regionale della Sardegna, che ha dato ragione all’impresa ritenendo che «l’interesse pubblico, sotteso alla richiesta di cui alla nota del Servizio Tutela del paesaggio della Regione Sardegna, è del tutto vago non essendo indicati nell’atto dell’Ufficio tutela quali siano gli specifici interessi paesaggistici che verrebbero lesi dall’attività edilizia assentita». Non solo, perché il Tar ha tenuto conto anche della «sussistenza dell’estrema gravità del danno che deriva alla parte ricorrente dal mantenimento dell’efficacia del provvedimento impugnato». Secondo il Gruppo di intervento giuridico, «il fatto che molti Comuni non abbiano un Puc non può essere il pretesto per prorogare di fatto e illegittimamente la cementificazione delle coste sarde». Secondo il presidente Stefano Deliperi, «è ora di finirla con lo sdoganare questo o quel cantiere edilizio, spesso pura speculazione edilizia in danno del territorio, con procedimenti che di legalità hanno una mera parvenza».

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