La Nuova Sardegna

Alghero

Il giudice restituisce le ville di Matteatu «È tutto prescritto»

di Nadia Cossu
Il giudice restituisce le ville di Matteatu «È tutto prescritto»

Lottizzazioni abusive, odissea conclusa per 86 imputati Rigettata la richiesta di confisca del pubblico ministero

03 febbraio 2018
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ALGHERO. A nove anni dal sequestro di terreni e villette nella zona di Matteatu, alle porte di Alghero, si è chiusa in tribunale la lunga vicenda giudiziaria su quelle che la Procura aveva classificato come “lottizzazioni abusive”. Ottantasei persone erano state rinviate a giudizio e due giorni fa – dopo varie rinnovazioni dell’istruttoria dibattimentale dovute al cambio del giudice – il pubblico ministero Paolo Piras ha chiesto il non luogo a procedere per prescrizione, ma ha anche detto che doveva disporsi la confisca dei beni. Piras ha fatto appello all’orientamento della Cassazione che stabilisce che in tema di lottizzazione abusiva è obbligatoria la confisca anche quando il reato è prescritto. Il collegio difensivo, invece, ha contestato questa tesi, sostenendo che ci fosse incompatibilità tra la confisca e il proscioglimento, «considerato che la confisca – ha spiegato l’avvocato Edoardo Morette che difendeva dodici imputati – è una sanzione accessoria alla responsabilità dell’imputato e, quindi, presuppone sempre una sentenza di condanna che in questo caso non c’è».

A sostegno di questa tesi sono state richiamate alcune sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo. «Si è eccepita anche la mancata prova dell’elemento psicologico del reato da parte degli ignari proprietari – ha aggiunto Morette – che avevano acquistato i terreni con i progetti per la costruzione delle case approvati dal Comune, forti della regolarità delle concessioni edilizie». Il giudice, accogliendo la tesi della difesa, ha emesso sentenza di non luogo a procedere per prescrizione e ha ritenuto di non concedere la confisca, revocando il sequestro. Le case tornano quindi ai proprietari, gran parte dei quali aveva contratto un mutuo per fare l’investimento.

L’area di Matteatu – cinquanta ettari nella valle di Monte Ricciu in un terreno catalogato come zona agricola nelle carte catastali – fu donata da Dolorisita Mura ai suoi sette figli, i fratelli Retanda. Era il 1981 e i sette stabilirono come dividersi il tesoro di famiglia. Nel marzo del 2003 vennero rettificati i confini della proprietà e furono creati 109 lotti in cui, nel tempo, sono sorte 35 costruzioni. A norma di legge, avrebbero dovuto essere casette rurali, piccole costruzioni di servizio, ma alcune sono diventate abbastanza grandi e belle da destare l’attenzione della Forestale, che segnalò alla Procura della Repubblica. L’allora gip Massimo Zaniboni la definì per primo una lottizzazione abusiva.

Ora il pm potrebbe proporre ricorso in Cassazione per violazione di legge mentre il Comune di Alghero, a cui sono stati trasmessi gli atti per le valutazioni del caso sotto il profilo amministrativo (e che, comunque, aveva rilasciato le concessioni edilizie attestandone la regolarità), dovrà valutare quale posizione assumere rispetto alla vicenda. Nel frattempo, si attende la decisione finale della Corte Europea per i diritti dell’uomo.

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