La Nuova Sardegna

Alghero

«Allarme esagerato: la posidonia è sana»

di Gian Mario Sias
«Allarme esagerato: la posidonia è sana»

Alghero, indagine della società Eco-logica: non è un’alga, non si tocca. «Il problema è sovrastimato dagli operatori turistici»

03 giugno 2018
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ALGHERO. «La posidonia non è un’alga né un rifiuto, ma una pianta vitale per il Mediterraneo». Si sintetizza così il manifesto di Posbemed, progetto comunitario finanziato da Interreg Med.

Eco-logica, società di ingegneria e consulenza ambientale con sede a Bari, ha di recente diffuso i dati dell’indagine conoscitiva effettuata nell’ambito delle attività del progetto di gestione sostenibile della posidonia spiaggiata. Emerge che «il problema è sovrastimato da operatori turistici e amministrazioni locali», dice il rapporto della società, che gli ambientalisti algheresi intendono fare proprio. «In Italia si sta andando in tutt’altra direzione, alcuni Comuni sono decisi a ignorare le linee guida europee e a smaltire in discarica le parti della pianta che seccano, mentre alcuni stabilimenti balneari premono per decisioni di questo tipo sugli enti locali», spiega Eco-logica, che cinque anni fa ha redatto delle linee guida per la gestione della posidonia nell’ambito di una progettazione Life europea. Quel lavoro «è la base degli otto punti condivisi con gli altri Paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo e condividono il problema», proseguono dalla società. Le sue indicazioni «in accordo con la legislazione europea, prescrivono di non rimuovere le “banquettes” se non è necessario per motivi igienici o di sicurezza». Per diffondere più possibile tale consapevolezza i partner del progetto, tra i quali c’è anche l’International Marine Centre di Oristano, hanno organizzato un corso internazionale online con lezioni incentrate sul principio che «la posidonia non è un’alga, ma un habitat prioritario dell’ecosistema marino», che «il bacino del Mediterraneo è ricoperto per quasi il 25%» e che «produce 14 litri di ossigeno per metro quadro di prateria al giorno, dalle 2 alle 20 tonnellate di biomassa», e «rappresenta riparo per molte specie di pesci e per la loro riproduzione».

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