La Nuova Sardegna

Alghero

Il Tribunale restituisce le case di Monte Ricciu

di Nadia Cossu
Il Tribunale restituisce le case di Monte Ricciu

Lottizzazioni abusive, prima sentenza dopo la pronuncia della Corte Europea Il giudice dichiara prescritto il reato e rigetta la richiesta di confisca fatta dal pm

08 novembre 2018
2 MINUTI DI LETTURA





ALGHERO. A dieci anni dalla prima udienza, il processo per la lottizzazione abusiva di Monte Ricciu ieri ha finalmente avuto il suo epilogo: reato prescritto e in più – e qui sta la grande novità – il giudice Giancosimo Mura ha rigettato la richiesta di confisca di case e terreni presentata dal pm. È la prima pronuncia di questo tipo dopo la sentenza della grande Camera della Corte Europea dei diritti dell’uomo del 28 giugno scorso. Con quella decisione, infatti, i giudici di Strasburgo avevano ammesso la possibilità che la sanzione della confisca potesse essere applicata anche in caso di sentenza di non doversi procedere per prescrizione. E infatti il pm l’aveva chiesta. Ora il giudice l’ha rigettata e ha ordinato la restituzione dei beni.

L’indagine era partita nel 2005, quando la polizia municipale di Alghero aveva ipotizzato una modificazione sostanziale dell’assetto urbanistico in una zona a destinazione agricola in cui, a seguito del frazionamento di un unico grande lotto in piccoli appezzamenti da 5mila metri quadri circa, erano state costruite numerose case di civile abitazione. Erano in tutto 58 le persone finite a giudizio per aver acquistato lotti di terreno e ottenuto autorizzazioni edilizie per edificare fabbricati rurali integranti di fatto una sostanziale trasformazione urbanistica del territorio a scopo edificatorio

Compatto il collegio difensivo nel respingere le imputazioni. L’avvocato Pietro Diaz aveva sostenuto che, non essendo stato contestato il reato di lottizzazione abusiva in concorso tra gli imputati, mancava la cooperazione necessaria, per dolo o per colpa, perché il reato potesse ritenersi sussistente. Mentre il collega Francesco Demartis ha spiegato che all’epoca la legislazione amministrativa vigente non imponeva ai richiedenti neanche la qualifica di imprenditore agricolo e quindi l’accusa era da ritenere infondata. L’avvocato Edoardo Morette, ricollegandosi alla recente pronuncia della Grande Camera della Corte Europea, ha sostenuto che è certamente vero che la sentenza non esclude che possa disporsi la confisca anche in presenza di sentenza di non luogo a procedere per prescrizione, ma è altrettanto vero che questa possibilità può essere prevista nel solo caso in cui il processo abbia avuto un’istruttoria completa. Qui, invece, l’istruttoria è mancata del tutto e, dove compiuta, è diventata inutilizzabile. Dopo l’esame dei testimoni del pm, infatti, i difensori non avevano prestato il consenso all’acquisizione degli atti in seguito al cambio del giudice e quindi le prove acquisite non potevano neanche essere utilizzate ai fini della decisione. Argomentazioni cui si sono associati gli altri difensori Giuseppe Manni, Francesco Carboni, Daniela Perinu, Filippo Carta, Barbara Gaddette, Giuseppe Conti, Stefano Carboni e Pier Luigi Carta.



Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative