La Nuova Sardegna

Alghero

Mario Bruno si dimette e ricompatta le fila del Pd

di Gian Mario Sias
Mario Bruno si dimette e ricompatta le fila del Pd

Per l’ex sindaco un incarico di prestigio in una Ong che si occupa di cooperazione Lascia il posto in consiglio a Enrico Daga, suo storico “rivale” in casa democratica

27 novembre 2019
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ALGHERO. Un passo di lato, per consentire ai suoi “ragazzi” di crescere. Un passo indietro, verso il Pd, per ricomporre una volta per tutte la famigerata frattura del 2014. Un passo avanti, verso nuovi obiettivi e nuovi orizzonti, politici ma non solo. Un passo doppio, per liberarsi in modo elegante di un ruolo che gli sta stretto.

Neanche il tempo di sussurrare le proprie intenzioni all’orecchio dei suoi alleati che già le dimissioni di Mario Bruno dalla carica di consigliere comunale si prestano alle letture più disparate. Alcune le fornisce il diretto interessato, altre le suggerisce il percorso tracciato d’intesa con quella vasta platea democratica che storicamente gli riconosce la leadership del centrosinistra algherese, altre le ispirano i contatti, gli abboccamenti e gli incontri con autorevoli esponenti dem, in città e non solo. L’ultima, quella che lui non ammetterebbe neanche sotto tortura, è figlia di una banalissima lettura di quel che è successo negli ultimi mesi.

Candidato alla sua successione da un centrosinistra “ridotto”, l’ex sindaco di Alghero è stato sconfitto al primo turno dal centrodestra, è tornato al suo lavoro, ha ceduto il ruolo di capogruppo della lista Per Alghero in aula a Gabriella Esposito, l’allieva su cui il maestro punta maggiormente, ha benedetto lo smarcamento di Raimondo Cacciotto, finito nell’orbita “zeddiana”, e si è trovato a fare il consigliere semplice dopo tanti anni passati in prima linea, a guidare le truppe: troppo poco per chi sperava di portare avanti il proprio disegno per quella città che alle urne gli ha voltato le spalle. Qualunque sia la motivazione prevalente, l’unico dato certo è che Mario Bruno, leader di Per Alghero, ex consigliere regionale di Progetto Sardegna e poi del Pd, ex sindaco di Alghero, candidato sindaco alle ultime amministrative, si dimetterà entro la fine del 2019. Non c’è ancora ufficialità, ma in città la notizia non è più un segreto. In politica il condizionale è d’obbligo, ma sembrano pochissimi gli elementi che potrebbero giustificare un ripensamento. «Ho ricevuto un’importante delega di rappresentanza per conto di una Ong, una Fondazione che si occupa di cooperazione sociale in ambito internazionale», racconta Bruno. La base è Roma, «ma dovrò viaggiare in giro per il mondo», annuncia per spiegare che non avrà il tempo e le energie necessarie per seguire l’attività consiliare. Avrà comunque tempo per continuare a fare politica. «Il mio non è certo un ritiro, ma credo che per rifondare il centrosinistra ci sia bisogno di un mio passo di lato», afferma l’ex sindaco. L’idea è far sì che la “nidiata” di militanti e consiglieri comunali che l’hanno seguito fuori dal Pd si emancipi e diventi classe dirigente. Tra l’altro, «se questo può servire per riallacciare i rapporti col Pd, per rifondarlo e ridare slancio al centrosinistra algherese, ben venga», dice ammiccando a via Mazzini: il suo storico rivale in casa democratica, Enrico Daga, subentrerebbe al suo posto. I due si sono rivisti e hanno parlato, così come Bruno si è confrontato col segretario cittadino, Mario Salis. Prima di dimettersi, in ogni caso, Mario Bruno organizza le milizie: nasce l’associazione “Maestrale”, è prossima all’avvio una scuola di formazione politica. «Io ci sono, ma è finito un ciclo ed è giusto che ora tocchi ad altri». Laconico Enrico Daga. «Le dimissioni di Mario Bruno? Le valuterò quando ci saranno – dice – nell’interesse del partito e in coerenza col mio percorso politico, umano e professionale».

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