La Nuova Sardegna

Oristano

La storia

Nuove straordinarie scoperte archeologiche, a San Salvatore di Sinis riemerge il passato

di Paolo Camedda
Nuove straordinarie scoperte archeologiche, a San Salvatore di Sinis riemerge il passato

Assieme ai lavori della rete idrica e delle fognature riemergono importanti tracce del passato del villaggio

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Cabras Non solo l’atteso progetto di restauro dell’ipogeo, realizzato dalla Soprintendenza. Nel futuro di San Salvatore di Sinis potrebbe esserci una sezione espositiva dedicata all’epoca romana. Lo ha annunciato il sindaco di Cabras, Andrea Abis. «A San Salvatore è in corso un’attività che ritengo molto importante per lo sviluppo sostenibile del villaggio, ovvero la realizzazione della rete idrica potabile e delle fognature. Questi lavori stanno mettendo in luce tutta una serie di rilievi archeologici interessanti, che potranno diventare anche per San Salvatore nuova progettazione. Il villaggio potrà avere un patrimonio di beni culturali esposto e raccontabile, maggiore e ampliato rispetto ad oggi. Sta venendo alla luce una parte romana di grande rilievo. Si tratta di opportunità che lavori che con l’archeologia non hanno un legame diretto diventano un’opportunità».

Molto più in piccolo, ma un po’ come accaduto a Roma, con gli scavi per le stazioni della Metro C, gli scavi per le reti idrica e fognaria stanno riportando alla luce il passato di San Salvatore. «Se scavo per realizzare una fogna, trovo anche tracce archeologiche che diventano un’opportunità – ha sottolineato Abis –. Si cambia il paradigma della narrazione, che vuole un contrasto di interessi che si creano per la realizzazione di un’opera pubblica che nasce con una finalità precisa, dare l’acqua potabile e realizzare un servizio fognario, ma poi diventa un’opportunità per mettere in evidenza beni archeologici. Stanno venendo alla luce reperti e strutture fino a oggi sconosciute, delle quali si presume, ma non si sa ancora bene di cosa si tratti, e che possono diventare a loro volta futuri progetti di scavo».

Per San Salvatore si prospetta un futuro culturale ancora più ricco di quello attuale: «Questa impostazione che si sta manifestando a San Salvatore a me piace molto – ha affermato Abis – e rappresenta una modalità da esplorare nel 2026. Potremmo arricchire in futuro la visita globale del villaggio del Sinis. Non ci sarebbe più solo l’ipogeo, ma tutto un insieme di ritrovamenti che aiuterebbero a capire meglio cosa è stato nel tempo lo stesso ipogeo». Il 2026 vedrà la realizzazione del progetto di restauro degli ambienti ipogeici. «Lo attendavamo da anni – ha detto il sindaco –, sarà realizzato con maestranze di altissima professionalità e curato direttamente dalla Soprintendenza. Fa seguito alla riqualificazione dell’info point-centro servizi, gestito dalla Fondazione Mont’e Prama attraverso la cooperativa Penisola del Sinis. San Salvatore è un esempio di collaborazione attiva tra diverse istituzioni locali».

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