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Alghero

Alghero, assenteisti in Comune: l'inchiesta sui tre che timbravano e poi se ne andavano per i fatti loro

di Luca Fiori
Un'auto della guardia di finanza ad Alghero
Un'auto della guardia di finanza ad Alghero

Scoperti dalla guardia di finanza impiegati che in orario di lavoro gestivano altre attività o stavano al bar: il giudice ne ha sospeso due, l'altro ha chiesto e ottenuto l'aspettativa non retribuita

13 gennaio 2020
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ALGHERO. In ufficio erano considerati dei fantasmi. Non che incutessero timore tra i colleghi, tutt’altro. È che molto spesso a lavoro proprio non li si vedeva, perché dopo aver strisciato il badge all’ingresso del Comune di Alghero voltavano le spalle e andavano via.

Superata la soglia dell’ufficio si recavano a fare compere, al bar a leggere il giornale o addirittura a svolgere un’altra attività. Tutto senza mai timbrare l’uscita dal posto di lavoro e con una sfrontatezza tale che li aveva portati a credere di essere intoccabili.

Qualcuno però si era accorto di quelle condotte illecite ripetute fin troppe volte e aveva presentato un esposto alla guardia di finanza.

Ci sono voluti alcuni mesi di indagini, ma alla fine i militari della compagnia di Alghero delle Fiamme Gialle, guidati dal capitano Angelomarino Catalano, sono riusciti a incastrare i tre “furbetti del cartellino” con poca voglia di lavorare.

Per due impiegati del Comune di Alghero – finiti nel registro degli indagati per truffa ai danni dello Stato – è arrivata la sospensione dal lavoro su disposizione del giudice delle indagini preliminari del tribunale di Sassari.

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Per il terzo indagato non si è proceduto con l’applicazione della stessa misura cautelare perché lui stesso ha provveduto – dopo l’interrogatorio reso a Sassari davanti al sostituto procuratore Giovanni Porcheddu, titolare dell’inchiesta – ad autosospendersi dal proprio impiego, chiedendo e ottenendo dal Comune un periodo di aspettativa non retribuita.

Le indagini della guardia di finanza erano partite circa un anno fa, in seguito a una segnalazione presentata proprio per denunciare in maniera generica l’assenteismo del personale dipendente dagli uffici del Comune di Alghero.

Mesi di controlli e verifiche, portate avanti dai finanzieri con appostamenti, pedinamenti e l’utilizzo di telecamere installate in modo da riprendere i movimenti attorno alle apparecchiature “marcatempo” degli uffici comunali, hanno consentito di individuare alcuni dipendenti che sistematicamente trascorrevano le mattinate fuori dal posto di lavoro, senza timbrare il cartellino all’uscita.

L’incrocio delle risultanze ottenute dalle indagini tecniche con i riscontri dei servizi di pedinamento effettuati per diversi mesi dagli investigatori delle Fiamme Gialle, ha portato a documentare che i tre indagati erano in servizio solo “sulla carta”, mentre in realtà erano occupati in attività private nel corso della loro giornata lavorativa.

In particolare – hanno appurato gli inquirenti – una dipendente del Comune era solita lasciare l’ufficio per raggiungere il marito e fare insieme la spesa, per poi rientrare a casa. Durante le indagini la donna è stata filmata a sua insaputa mentre a bordo di una bicicletta si allontana dal posto di lavoro per raggiunge il marito in un supermercato cittadino.

Un altro impiegato, dopo avere timbrato l’ingresso al lavoro, usciva dagli uffici comunali e trascorreva le mattinate al bar a sorseggiare caffè e leggere i giornali in compagnia di amici e conoscenti. Un terzo dipendente – dopo aver attestato la propria presenza in ufficio timbrando il badge – raggiungeva il centro città con la sua auto per unirsi alla sorella nella gestione di una società di autonoleggio. Qui il dipendente comunale sbrigava pratiche amministrative della società e poi si recava all’aeroporto di Fertilia dove la stessa società gestisce un parcheggio privato. In questo modo risultava ufficialmente in servizio presso il Comune di Alghero, mentre svolgeva di fatto un secondo lavoro all’insaputa dell’ente pubblico di appartenenza. «La tutela delle risorse dello Stato e il contrasto alle frodi alla pubblica amministrazione sono per noi compiti prioritari – commentano gli investigatori della guardia di Finanza – in quanto tali comportamenti fraudolenti danneggiano doppiamente i cittadini onesti provocando da un lato un aumento della spesa pubblica e dall’altro rendendo un cattivo servizio alla comunità».

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